Nuovo allarme suicidi per crisi economica. Dall’inizio dell’anno si contano gia’ 119 casi. A settembre e ad ottobre preoccupante escalation. A sostenerlo i risultati dello studio condotto da Link Lab, il Centro Studi e Ricerche Socio Economiche dell’Universita’ Link Campus University. Dall’inizio dell’anno sale a 119 il numero delle persone che si sono tolte la vita perche’ schiacciate dal peso delle difficolta’ che la crisi economica porta con se’. Il numero dei suicidi per ragioni economiche e’ tornato a salire vertiginosamente a settembre, con 13 episodi registrati, e nel mese di ottobre che conta addirittura 16 vittime. “E per novembre – dichiara Nicola Ferrigni, docente di Sociologia della Link Campus University e direttore del Centro Studi Link Lab – l’allarme resta ancora molto alto. Salgono complessivamente a 208 i suicidi registrati in Italia per motivazioni economiche dall’inizio del 2012 ad oggi. Non e’ possibile che vi siano cittadini e imprenditori che sempre piu’ spesso trasformano una richiesta di aiuto in soluzioni estreme, come il suicidio, perche’ oppressi da debiti o perche’ ormai privati della speranza di trovare un’occupazione”. Il numero piu’ elevato dei suicidi si registra ancora una volta tra gli imprenditori: 54 nei primi dieci mesi, il 45,4% del totale dei suicidi per motivi economici registrati in Italia dall’inizio dell’anno. Cresce significativamente il numero dei disoccupati suicidi. Nei primi dieci mesi del 2013 sono cresciuti inoltre i casi di suicidio tra i disoccupati: si pensi che sono gia’ 46 i suicidi tra i senza lavoro contro i 28 registrati nell’intero 2012. La maglia nera ancora al Nord-Est con il Veneto in testa, aumento significativo nel Nord-Ovest.
Effetto crisi, allarme suicidi in Campania: è la seconda regione più a rischio
nche al Sud storica inversione di tendenza: in netto aumento il numero dei suicidi per motivi economici. Il Nord-Est si conferma l’area geografica con il numero piu’ elevato di suicidi per ragioni economiche: se nel 2012 le regioni dell’Italia Nord orientale fanno registrare 27 casi, contro i 23 dell’Italia centrale, nei primi dieci mesi del 2013, le persone che hanno deciso di porre fine alla propria vita sono state 28 nel Nord-Est, a fronte dei 26 casi registrati al Centro. Cresce sensibilmente pero’ il numero dei suicidi nell’area Nord-Ovest del Paese: sono infatti 25 gli episodi contro i 12 dell’intero 2012. “Anche al Sud – continua Nicola Ferrigni – la situazione e’ decisamente preoccupante. Se si considera infatti che nel Mezzogiorno il tasso dei suicidi per crisi economica e’ sempre stato storicamente piu’ basso rispetto alla media nazionale, il dato sull’incremento dei suicidi per ragioni economiche nelle regioni meridionali rispetto a solo un anno fa delinea scenari allarmistici. I suicidi, infatti, risultano raddoppiati passando dai 13 casi dell’intero 2012 a ben 25 tragici episodi nei primi dieci mesi dell’anno 2013”.
Sono 15 i casi di suicidio registrati nelle Isole. L’analisi del dettaglio per regione, inoltre, rileva il primato del Veneto con 18 suicidi nei primi dieci mesi dell’anno. A seguire la Campania con 12 casi, Piemonte e Lazio con 11, Sicilia con 10, l’Emilia Romagna con 8, Toscana, Lombardia, Liguria e Puglia con 7. Chiudono l’Abruzzo con 6 episodi, la Sardegna con 5, le Marche con 4, l’Umbria con 3, il Friuli Venezia Giulia con 2 e la Calabria con un solo caso. Le classi di eta’ 45-54 anni e 55-64 anni risultano le piu’ esposte, con 38 casi di suicidio per ciascuna delle due fasce d’eta’. A seguire, il numero piu’ elevato di suicidi si rileva tra i 35-44enni con 28 episodi.