di SIMONA D’ALBORA
Il via libera definitivo doveva essere dato oggi, ma qualcosa è andato storto e il ddl sugli ecoreati torna in Senato. Una battuta d’arresto che non dovrebbe impedire, stando a quanto garantisce il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, al ddl di continuare il suo iter. Il Governo manterrà l’impegno assunto e approverà la legge al più presto, assicura ancora Orlando dopo la battuta di arresto del ddl alla Camera. Nei giorni scorsi lo stesso Renzi aveva dichiarato “se la legge torna al Senato pronti a mettere la fiducia”. Ma il rinvio del ddl, è stato accolto dalle proteste dei Grillini e di Sel e di una minoranza del Pd, consapevole che il vuoto legislativo in maniera di crimini ambientali deve essere al più presto colmato o comunque che le pene devono essere al più presto adeguate. Gli stessi Legambiente e Libera alla vigilia della discussione del ddl alla Camera avevano dichiarato: “Approvate alla Camera il ddl sugli ecoreati senza cambiare una virgola e scrivete una pagina di buona politica” e sottoscritto insieme ad altre 23 associazioni un cartello: “In nome del popolo inquinato: subito gli ecoreati nel codice penale” . Stamattina, contro il parere dello stesso relatore che in un primo momento si era detto contrario, il governo ha approvato i tre emendamenti soppressivi del divieto di Air gun introdotto al Senato. Si tratta della tecnica meno invasiva che utilizza aria compressa per l’estrazione di idrocarburi dai fondali marini. Il divieto di Air gun, introdotto dal Senato, avrebbe fatto bloccare circa 17 miliardi di investimenti nel settore petrolifero, secondo il presidente del Settore idrocarburi Assomineraria, Pietro Cavanna . Ma qualcuno potrebbe stupirsi che l’emendamento sia stato partorito da Forza Italia
Ma alla luce di quanto successo oggi alla Camera, l’emendamento di divieto di Air gun, introdotto in Senato sembra un trappolone teso da Forza Italia, nel quale le opposizioni sono cascate senza alcuna esitazione, approvandolo a Palazzo Madama, tanto che lo stesso ministro Orlando, subito dopo il rinvio al Senato del ddl ha parlato di polpetta avvelenata. Nei giorni scorsi, proprio temendo l’ennesimo intoppo, le associazioni ambientaliste, i cittadini e anche qualche personaggio dello spettacolo avevano chiesto di approvare il testo senza cambiare nemmeno una virgola. Ma la storia è ben diversa e chi sperava di mettere la parola fine alla quasi impunità di coloro che commettono reati ambientali è rimasto deluso.
Protesta anche Legambiente che in una nota dichiara:
“Era la volta buona ma a pochi metri dal traguardo il governo cambia idea e, dopo tante rassicurazioni e prese di posizione pubbliche da parte di diversi ministri, sostiene l’emendamento per togliere subito il comma sull’air gun dal disegno di legge sugli ecoreati e lo rispedisce al Senato dove rischia l’affossamento, vista la maggioranza risicata, l’ostracismo delle Commissioni giustizia e ambiente a partire dai loro presidenti e visto che una parte dei senatori Pd non vogliono i reati ambientali nel codice penale. È un atto davvero incomprensibile che rischia di far fallire una rivoluzione di legalità e giustizia, che il Paese attende da 21 anni, per fare un favore alle società petrolifere, soprattutto straniere, interessate a cercare nei fondali marini quantitativi insignificanti di petrolio. È uno schiaffo ingiustificabile per le vittime delle ecomafie e dell’inquinamento che continueranno ad essere senza giustizia. L’esecutivo e la maggioranza che lo sostengono si stanno assumendo dunque una gravissima responsabilità. Continueremo a stare col fiato sul collo di governo e parlamento e seguiremo ogni passo della legge anche in questa quarta incomprensibile lettura del provvedimento, che poteva tranquillamente essere evitata. Confidiamo ora nel presidente del Senato Pietro Grasso, di cui conosciamo bene la sensibilità sul tema della lotta all’ecomafia e alla criminalità ambientale, perché la legge sugli ecoreati sia davvero calendarizzata subito e definitivamente approvata entro il 20 maggio”, è quanto dichiarano Legambiente e Libera, le associazioni promotrici dell’appello “In nome del popolo inquinato: subito gli ecoreati nel codice penale”, sottoscritto da altre 23 associazioni di cittadini, medici, studenti e di categoria.
I dati del Ministero dello Sviluppo Economico relativi alle riserve certe di petrolio presenti nei fondali marini italiani, dimostrano un’assoluta irrilevanza ai fini dell’indipendenza energetica: si tratta infatti di poco meno di 10 milioni di tonnellate di greggio, un quantitativo in gioco ridicolo che, stando ai dati sui consumi nazionali (59 milioni di tonnellate consumate in Italia nel 2013), sarebbe sufficiente a garantire il nostro fabbisogno energetico per sole 8 settimane. Le compagnie petrolifere interessate all’uso dell’air gun e che hanno presentato istanze di permesso di prospezione e di ricerca sono in totale 17, di cui 12 straniere (5 britanniche, 3 australiane, 2 norvegesi, 1 irlandese, 1 statunitense).”
“Il governo si sta prendendo una responsabilità non da poco – dichiara Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambiente – adesso siamo in attesa di quello che avverrà nei prossimi giorni, se non ci sarà una risposta chiara contro i reati ambientali, lo riterremo responsabile dell’affossamento di una legge che il nostro Paese aspetta da oltre 20 anni.”