Colonna portante della cucina italiana, oppure responsabile dell’aumento di peso? Quando parliamo di pasta spesso le convinzioni personali sono contrastanti, e si scatenano in un vero e proprio tifo pro o contro i carboidrati. A spezzare una lancia in favore dell’alimento italiano per eccellenza è Giorgio Calabrese, docente di Alimentazione e nutrizione umana all’Università di Torino, che interpellato dall’AdnKronos Salute sottolinea come “i popoli che vivono più a lungo mangiano cereali, alimenti che non aumentano l’indice glicemico. In Italia mangiamo pasta, che è un carboidrato che fa parte dei cereali, e siamo sempre ai primi posti nelle classifiche mondiali di longevità”.
Anche un recente studio del St. Michael’s Hospital di Toronto ‘assolve’ la pasta e ne mette in evidenza il basso indice glicemico – ovvero la velocità con cui il glucosio viene immesso in circolazione dopo aver mangiato, con la conseguente elevazione di zuccheri nel sangue – a differenza della maggior parte dei carboidrati raffinati, rapidamente assorbiti nel flusso sanguigno. La pasta, quindi, non contribuirebbe all’aumento di peso o del grasso corporeo, anzi.