Sono giovani, neolaureati, e non vogliono saperne di lasciare il proprio Paese, nonostante la crisi imperversante. Questi i dati emersi da una ricerca dell’Istud, che ha coinvolto gli studenti universitari provenienti da otto importanti atenei nazionali.
La maggioranza di loro non ce vuole saperne di stabilirsi in pianta stabile all’estero, sognano di lavorare in una grande azienda, di conquistare la propria indipendenza e, soprattutto al Nord, sono disposti anche a lavorare lontano dalla città d’origine e amano poco i concorsi pubblici.
Ma come sostenere l’ottimismo delle generazioni più giovani, che si rifiutano di abbandonare il proprio Paese alla deriva?
Quello che molti di loro chiedono è “un po’ più di coraggio da parte delle imprese. Dovrebbero scommettere un po’ di più su di noi”. A confortare questa visione del mondo ci sono anche le esperienze dei coetanei, l’età media degli intervistati si aggira attorno ai 25 anni, che si sono già imbattuti nel mondo del precariato dei contratti a progetto e degli stage, spesso ripetuti e nel lavoro che sembra sempre più difficile da conquistare. Chissà se qualche imprenditore, magari ricordando i propri difficili esordi nel mondo del lavoro, accetterà di scommettere su di loro,