di Laura Bercioux
Mario Ammirati è lo scienziato napoletano premiato negli Stati Uniti. Mario Ammirati, direttore del dipartimento di Chirurgia Neurologica del Wexner Medical Center alla Ohio University, neurochirurgo e ricercatore medico di fama internazionale, ha ricevuto il riconoscimento intitolato al prof. Giovan Giacomo Giordano.
Il riconoscimento a Ammirati è stato a Washington durante la conferenza medica sul tema “Bioinnovazione: verso nuovi traguardi medici tra Farmaceutica ed Accademia” organizzata dalla Sbarro Health Research Organization in collaborazione con la Fondazione Italo-Americana Niaf, il College di Scienze Tecnologiche della Temple University e la Fondazione Giovan Giacomo Giordano. Il prof. Antonio Giordano, presidente della SHRO e Direttore dell’Istituto Sbarro per la Ricerca sul cancro e sulla medicina molecolare del Centro di Biotecnologie dell’Università Temple di Philadelphia, PA, alla conferenza ha tenuto una relazione su “Ricerca Medica e Biotecnologie”.
Successivamente sono intervenuti Larry Agulnick e Mario Ammirati. Il premio, consistente in una scultura originale realizzata dall’artista napoletano Lello Esposito, è stato istituito 5 anni fa in memoria del padre del professor Antonio Giordano, il professor Giovan Giacomo Giordano, stimato patologo, direttore di Anatomia Patologica della II Università di Napoli e direttore di Anatomia Patologica dell’Istituto Pascale di Napoli, che ha dedicato oltre 60 anni della sua vita alla ricerca sul cancro e alle implicazioni dell’ambiente su questa malattia. Gli scienziati del gruppo di ricerca diretto dal professor Antonio Giordano, hanno recentemente pubblicato un lavoro scientifico sulla rivista Journal of Cellular Physiology, focalizzato sul cancro dello stomaco e sull’espressione della proteina pRb2/p130, clonata dallo stesso Giordano.
Prof. Giordano cosa avete scoperto?
“Abbiamo individuato una localizzazione citoplasmatica, invece che nucleare di tale proteina, in un particolare tipo di tumore dello stomaco (carcinoma gastrico di istotipo diffuso). Il fatto che pRb2/p130, in questo tumore si trovi nel citoplasma e non nel nucleo, iimpedisce alla proteina di esplicare la sua funzione di blocco della crescita cellulare. I tumori, come è noto, sono caratterizzati da una crescita cellulare incontrollata, pertanto il loro sviluppo è favorito dalla perdita di funzione delle proteine che bloccano tale crescita.
Un grande passo avanti nella ricerca
“Nel nostro laboratorio stiamo esplorando nuove strategie terapeutiche per riattivare la funzione di onco soppressore di pRb2/p130. Questo studio contribuisce ad aggiungere gli adenocarcinomi gastrici alla lista dei tumori che potrebbero essere sconfitti da questa nuova generazione di farmaci biologici. Il prossimo traguardo e’ di completare la fase preclinica.
Si parla di accesso negato: da onco soppressore che agisce nel nucleo: cosa significa?
“Significa, ripeto, che questo gene per fare del bene deve trovarsi in una parte della cellula che ci chiama nucleo e che nei tumori dello stomaco non e’ nella sua posizione naturale quindi per poter impedire l’insorgenza della patologia il gene RB2/p130 deve rientrare nella sua sede naturale e svolgere la sua funzione di Guardiano del nostro Genoma”.
Anche la dottoressa Letizia Cito, presso il CROM di Mercogliano parte dell’Istituto Tumori di Napoli Fondazione Pascale primo autore del lavoro, commenta la scoperta: “I risultati da noi ottenuti mostrano che la perdita di funzione della proteina pRb2/p130, già osservata in altre neoplasie, può avere un ruolo importante anche nel determinare il tumore dello stomaco. Studi futuri potrebbero chiarire se la delocalizzazione di pRb2/p130 possa risultare un fattore diagnostico per il carcinoma gastrico di istotipo diffuso”.