“Un allarme e un appello” sono stati lanciati dalla Fondazione Leonardo Sinisgalli – poeta lucano nato a Montemurro (Potenza) nel 1908 e morto a Roma nel 1981 – affinche’ “una parte fondamentale del suo patrimonio” non sia venduta “sui mercatini dell’usato di Roma, nelle aste giudiziarie e nelle librerie antiquarie”. Si tratta di “oggetti d’arte, libri antichi e moderni, dell’epistolario e di altro materiale della casa romana del poeta ingegnere”: la perdita di tale materiale – secondo la Fondazione – significherebbe far morire il poeta “una seconda volta”. L’istituto ha spiegato che la situazione attuale si e’ determinata per il disinteresse di chi doveva, come erede del poeta, curare il materiale: una parte del patrimonio “e’ stata ceduta, tra dicembre e gennaio scorsi, al mercatino dell’usato e del baratto di Roma, mentre un’altra consistente parte e’ in attesa di essere venduta on line, attraverso il meccanismo delle aste giudiziarie, a partire dalla fine del mese di aprile”. La Fondazione ha chiesto l’intervento del Ministero dei Beni culturali, della Regione Basilicata, della Provincia di Potenza e del Comune di Montemurro ma ha deciso anche di “lanciare un appello anche a tutti coloro che amano la cultura” affinche’ partecipino ad una raccolta di fondi per “riacquistare il patrimonio dell’illustre intellettuale lucano e restituirlo alla comunita'”.