Il minimo che possiamo dire è che è stata una gestione infelice». Alla Gazzetta del Mezzogiorno parla uno dei ricercatori (pochi) impegnati a tempo pieno sul fronte della guerra al batterio Xylella, che sta divorando gli ulivi del Salento. «L`avremmo dovuta gestire meglio, questa emergenza». Corrado Cariddi, originario del Salento, è in pensione da novembre e continua a lavorare con costanza. Le conseguenze sono drammatiche. Non solo nella lotta al batterio, ma anche nel ritardo delle risposte tecniche ai servizi dell`Unione europea, sempre più seccati con l`Italia a causa della lentezza degli interventi. L`Unione europea ha bloccato il movimento delle piante. Una sub specie di Xylella, infatti, da decenni è il flagello della vite in California. Anzi la malattia è stata scoperta proprio sulla vite da Pierce, uno scienziato americano. Doverose le analisi e le verifiche. I Paesi importatori, come l`Albania e l`Algeria, avevano già decretato la disdetta dei contratti di acquisto. Milioni di euro in fumo. Nell`area di Otranto i vivai si estendono su 45 ettari, circa 12 milioni di piante, con diverse cultivar, dal Cabarnet Sauvignon al Primitivo, Negroamaro, Aglianico, e Regina. Il valore della produzione va da 1,30 a 1,60 euro a pianta. I vivaisti, disponibili e prudenti fin dall`inizio della bufera, adesso sono arrabbiati.
Centinaia di test su alcune cultivar hanno dato risultati negativi.
Solo un ricercatore si dedica alle barbatelle di Otranto. «Tutto questo è assurdo – sostiene Fernando Miggiano, presidente del consorzio “Vivaisti pugliesi” di Otranto -. Dovremmo essere tempestivi e liberare almeno un fronte nell`emergenza, invece siamo costretti a stare fermi e aspettare». Con altri due ricercatori il blocco di Otranto potrebbe essere risolto in modo rapido e così ritornerebbe la pace tra gli addetti ai lavori. Una spinta alla fiducia. Il valore della produzione supera i 20 milioni, con settantamila ore-lavoro l`anno (240 ore mensili per ogni lavoratore). «E` una battaglia difficilissima sottolinea Martelli -, non so se la vinceremo, almeno dobbiamo tentare di contenere o bloccare la diffusione del batterio. Ce la stiamo mettendo tutta, ma abbiamo bisogno di alcune unità, almeno otto-dieci».
Ernesto Quagliariello, dagli anni Settanta del secolo scorso, aveva realizzato una rete della ricerca nel Mezzogiorno. Allora, a Bari, per la virologia vegetale, si spendevano 140 milioni di lire; adesso il budget è di 10mila euro. Una vergogna. Una settimana fa, Donato Boscia del Cnr con il vecchio furgoncino del centro è rimasto bloccato nelle campagne salentine. Lo ha soccorso un giovane imprenditore agricolo che lo accompagna come volontario. «Siamo abituati alle ristrettezze – aggiunge Martelli -, ma senza collaboratori qualificati rischiamo di non realizzare tutto quello che è nelle nostre possibilità». Forse anche per questo, Pierce, che negli Stati Uniti può contare su quattro-cinque milioni l`anno per sconfiggere Xylella della vite, al termine della sua visita a Gallipoli, tra gli alberi di ulivo imbruniti disse: «Buona fortuna».