Nell’ultimo giorno di campagna referendaria, c’è stato il blitz di Greenpeace sui ponti di Roma, Torino e Venezia per invitare i cittadini a votare Sì, domani, alla consultazione sulle trivelle. Striscioni srotolati da Ponte Sisto (Roma), Ponte Vittorio Emanuele I (Torino) e Ponte degli Scalzi (Venezia) con gli slogan ormai noti: «Stop trivelle», «l’Italia non si trivella», «Meno petrolio, più rinnovabili». E a Milano, poi, il flash-mob di Legambiente con una ragazza in costume da bagno e altri manifestanti vestiti da sommozzatori, pescatori e un uomo-medusa armato di megafono che ricordava ai passanti di votare «Sì». Il premier Matteo Renzi, però, che due giorni fa — invitando di nuovo all’astensione — aveva parlato di «bufala» perché «non c’è nessun referendum sulle trivelle e non c’è una sola trivella in discussione, ma solo la scelta se contin uare o no a estrarre carbone e gas fino all’esaurimento dei giacimenti…», ieri ha voluto chiarire alcuni punti. «Questo non è un referendum politico, ha detto Renzi, in visita alla redazione del Resto del Carlino di Bologna —. Si tratta di far funzionare le trivelle che ci sono».

In ogni caso il referendum sarà un’occasione di bilancio politico, sia con il quorum sia senza. Perché se sarà molto evidente la sconfitta di Renzi nel caso andasse a votare il 50% più uno degli elettori, anche la mancanza del quorum porterà a qualche conclusione. Per esempio si misurerà il peso di Emiliano nel Pd che si è così impegnato per il sì e contro il premier. E sarà una spia per i 5 Stelle che affrontano le urne due giorni dopo la perdita di Casaleggio. Come si è visto in queste ultime settimane, alcuni esponenti politici hanno molto scommesso sul quesito no-Triv. Anzi per alcuni, questo appuntamento elettorale è stato scelto come piccola prova generale per verificare la presa sull’elettorato. Una sorta di test di popolarità per aspiranti leader, soprattutto nel campo del Pd. Così almeno appare l’esposizione di Michele Emiliano, governatore della Puglia, il più attivo e i mpegnato nella battaglia a difesa del “mare dei pugliesi” e dunque schierato contro le trivelle. Nel suo caso, anche se la soglia del quorum non dovesse essere raggiunta, sarà importante vedere quanti elettori ha trascinato nella “sua” Puglia o almeno nel Mezzogiorno.

«L’invito a non votare viola la Costituzione». Nel suo fortino di presidente della Puglia, Michele Emiliano è alla vigilia della battaglia più difficile contro il premier-segretario Matteo Renzi. Dalle finestre del suo ufficio vede quel mare minacciato dalle trivelle.

 

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