«Qualcosa sta cambiando anche per le donazioni. Evidentemente la storia del piccolo Massimo ricoverato al Monaldi in attesa di un trapianto di cuore e del quale si sono occupati gli organi di informazione ha toccato il cuore di tanti napoletani. In Piazza Plebiscito più di 500 persone hanno sottoscritto la documentazione necessaria per dare l’adesione ad essere potenziali donatori. una soddisfazione enorme per noi operatori”. Così commenta la ‘Giornata nazionale delle donazioni di organi e tessuti, Andrea Petraio, il giovane cardiochirurgo del Monaldi, che sta seguendo da vicino Massimo, 12 anni; il ragazzo vive grazie al Berlin Heart, il cuore artificiale.
All’amico che pensava al suicidio perchè la ragazza lo aveva lasciato ha detto: Vieni un po’ a trovarmi prima e, in ogni caso, se proprio vuoi farla, ucciditi in modo da preservare gli organi, il cuore innanzitutto . L’amico ha cambiato rapidamente idea, andato a fargli visita in ospedale a Napoli e ha capito la gerarchia dei valori. Massimo, poco pi di 12 anni, in attesa di un trapianto, una maturità rapidamente acquisita più di molti adulti, lo sa bene cosa vuol dire la vita alla quale legato da una macchina che sostituisce il suo cuore malato.
Cerca di fare una vita normale da cinque mesi in una stanza del Monaldi (Azienda ospedaliera specialistica dei Colli diretta da Antonio Giordano) e ieri sceso idealmente in piazza con il suo cuore artificiale, il Berlin Heart, per la “Giornata nazionale della donazione degli organi e dei tessuti”.
Ieri Massimo e suoi genitori, Dafne e Stefano, hanno lanciato un appello affinchè si diffonda sempre più la cultura delle donazioni. Voglio che lo sappiano tutti, voglio che si sappia come si vive con un cuore artificiale, che si capisca l’importanza di donare gli organi . Queste le parole del piccolo paziente da cinque mesi ricoverato nell’ospedale partenopeo. Anche Massimo oggi sceso idealmente in piazza con il suo cuore artificiale. Avrebbe voluto farlo per davvero ma difficolt organizzative glielo hanno impedito. Avrei voluto essere testimonial di una condizione: oggi non si sa cosa significa donare, non si sa neppure come farlo, c’ tanta ignoranza aveva affermato ieri. La mamma coglie oggi l’occasione per dipanare ogni dubbio sul senso della ‘provocazion lanciata ieri dal figlio: Massimo quando ha raccontato la storia dell’annunciata volont di suicidio di un suo amico perch quest’ultimo era stato lasciato dalla fidanzata, decisione poi radicalmente cambiata dopo averlo incontrato in ospedale e aver capito i veri valori della vita, voleva chiaramente far intendere la gerarchia delle cose importanti, concetto che riuscito a trasmettere. Era ed un inno alla vita . Continuano, intanto, le attestazioni di solidariet e le dimostrazioni di affetto. In tanti stanno contattando la famiglia per esprimere affetto e parole di sostegno al ragazzo, tifosissimo del Napoli.
fonte: Leggo.it