Quindi? “Intendo dire che per ogni fase d’intervento bisogna attingere a uno specifico fondo. Ci sono necessità diverse, a cominciare da azioni caratterizzate dall’immediatezza e quindi bisogna intervenire con poteri di Protezione Civile. Successivamente va interdetta l’attività food e in quella sede si devono subito individuare le risorse per la riconversione agricola dell’area”. E poi? “Poi servono misure compensative per gli abitanti di quell’area e contemporaneamente vanno immaginate delle politiche di sostegno al comparto agro alimentare campano per il danno d’immagine subito che è un fenomeno da vera e propria grave crisi di mercato. Chi lavora in quel comparto deve trovare un momento di ristoro subito, ma anche in prospettiva”.
La Regione Campania guidata da Caldoro stima in circa 1 miliardo e mezzo la necessità economica: condivide? “Francamente si. Credo proprio che la necessità sia in quell’ordine. Bisogna fare un piano d’intervento serio che comprenda varie voci di spesa che afferiscano a diversi livelli decisionali per evitare disordini e confusione”. La Commissione Ambiente è stata nella Terra dei Fuochi: che idea si è fatta? “Evidentemente non era possibile avere un’idea compiuta della situazione senza aver visto con i propri occhi e senza aver ascoltato i cittadini: è un’emergenza nazionale su cui abbiamo il dovere di intervenire a prescindere dalle facili polemiche sui origini politiche di quel disastro. La Campania da sola non ce la può fare”.