Nei giorni scorsi siamo stati testimoni di una particolare coincidenza. Da un lato le principali testate giornalistiche e televisive, locali e nazionali, hanno riportato con giusto clamore la notizia di una sparatoria, con ferimento grave, avvenuta tra minorenni, nel cuore di Napoli. Dall’altro lato c’è stata la garbata e discreta presentazione di un libro dal titolo “Il diritto dei minori” (Edizioni Simone), opera di tre Magistrati napoletani della Procura minorenni di Napoli (dott. Piero Avallone, dott.Nicola Ciccarelli e dott.ssa Raffaella Tedesco). La presentazione è avvenuta al Palazzo Toledo di Pozzuoli, alla presenza del sindaco Figliolia, nonché di operatori psicosociali, avvocati e magistrati .
A mettere insieme le due notizie, c’è da considerare che, per quanto tutti siano portatori di diritti e di tutela, ci sono minorenni e minorenni: quelli coinvolti nella sparatoria sembra che appartengano ad una diversa dimensione spazio temporale. Somigliano di più ai soldati della guerra di Troia (Achille era giovanissimo quando lo temevano amici e nemici per le virtù guerriere), o più semplicemente ai nostri soldati della prima guerra mondiale (non è difficile derivare le età dalle lapidi dei cimiteri dei nostri paesi di confine, e capire che era giovanissimi) – questo per dire che, seppur ci sembra atroce, diciassette anni è l’età giusta per fare la guerra. E quindi alcuni mostri minorenni fanno la guerra. Anche se nell’ epoca in cui viviamo tutti, questi diciassettenni dovrebbero stare a scuola, o ad imparare un lavoro. Tanto, in una città come Napoli siamo abituati a realtà parallele: culturali, temporali, sociali, economiche. In questa città convivono settori di realtà parallele, e per un ragazzo basta poco (una strada, un’amicizia, una serata, una bevuta o una bravata) per saltare da un epoca a un’altra, e perdersi senza poter tornare indietro.
Chi scrive ha lavorato per un periodo in un Istituto Penale minorile della città, e qui i ragazzi sembravano venuti su troppo velocemente, come quelle casa abusive costruite in una notte: più o meno funziona tutto, ma non sai bene che tipo di materiali sono stati usati, e gli impianti come sono stati fatti e dove sono, per cui, se si rompe qualcosa, o qualcosa non funziona, non sai bene dove mettere le mani, ed è tutto un gran guazzabuglio. A Napoli basta attraversare un quartiere per entrare in una scuola media e credere di essere in una scuola superiore, oppure attraversarne un altro e credere di essere alle elementari: in ogni quartiere si cresce a una differente velocità. E nessuno riesce a sincronizzare gli orologi.
E veniamo alla presentazione del libro, a Il diritto dei minori. Il sindaco ha posto subito problemi pratici. La percezione dei problemi da parte del primo cittadino : l’abuso di alcol a giovanissima età, il bullismo, la violenza tra ragazzi , reale e virtuale: comportamenti al limite –sfumato – con la microcriminalità. Non veri e propri reati, ma pur sempre prodromi di quelle che potrebbero essere azioni penalmente rilevanti. Quale sinergia quindi realizzare tra gli operatori delle diverse istituzioni per contenere questi fenomeni giovanili? Alla domanda del sindaco, fanno eco i Magistrati, evidenziando subito che “non ci sono gli strumenti per realizzare gli obiettivi”, e dal 1975 anno in cui si è realizzata la chiusura dei riformatori, di fatto poco efficaci risultano essere la realizzazione di idonee misure di rieducazione. Gli autori ci ricordano che l’unica legge vigente che viene applicata sulla condotta irregolare dei minorenni (le cosiddette Misure Amministrative) è un Regio decreto del 1934; e che in materia di esecuzione penale, è dal 1975 che si attende l’ordinamento penitenziario per i minori. Per ora vale quello degli adulti.
Gli autori passano poi in rassegna lacune e contraddizioni della legislazione minorile (spesso troppo burocratica e tecnica, che finisce per allungare i tempi dei processi fino alla loro totale perdita di senso – da minorenne a maggiorenne), e i ritardi con cui vengono recepite le emanazioni delle direttive europee (equiparazione figli legittimi e figli naturali, difesa del minore vittima di reato). Qui si segnala che solo un rinnovato criterio legislativo generale, realizzato in tempi appropriati e adeguati alle emanazioni del Consiglio D’Europa, può favorire sia il superamento di contraddizioni sociali ed educative, sia una più efficace sinergia tra tutti gli operatori minorili .
E quelle che oggi sembrano solo coincidenze, potranno diventare proficui incontri ravvicinati tra chi sta su un pianeta e chi su un altro, a distanza di un quartiere, e far si che i diritti siano veramente uguali per tutti.