Oggi si riunisce il Pd in una direzione priva del consueto streaming. Sarà presente e parlerà il capo della minoranza interna, Andrea Orlando, mentre Franceschini, che nei giorni scorsi ha strigliato Renzi sull’esigenza di un centrosinistra largo, deciderà se prendere la parola in base al discorso del segretario, che fa sapere: “Non voglio fare la guerra a nessuno, nemmeno a Dario. Diciamoci la verità, io non l’ho attaccato, lo strappo lo ha fatto lui e ora deve essere lui a ricucire. Se in direzione non parla e fa la parte di quello che non dice niente, nessun problema, ma se invece parte contro di me, allora la mia reazione sarà durissima. Del resto, i numeri sono dalla mia, lui al massimo in direzione avrà una decina di voti”. Pesano sulle diatribe interne al Pd anche i prossimi passaggi parlamentari dello Ius Soli, mentre il fronte renziano avrebbe appoggiato la proposta di Beppe Fioroni di non dare deroghe ai big del partito per avere un posto sicuro in lista, ma di correre con le preferenze al Senato. Lo stesso segretario Renzi è stato sentito dire che è pronto pure lui a riservarsi una candidatura a Palazzo Madama, da sudare a suon di preferenze.