Fortuna che nelle tradizionali riunioni di famiglia che Silvio Berlusconi tiene a Milano la domenica e il lunedì (distinte tra figli di primo e secondo letto, e tra questioni personali e politico-aziendali) ieri è piombato il caso Milan. E dunque, dopo la sconfitta a San Siro dei rossoneri con il Parma (2-4), si è molto discusso con Barbara di Clarence Seedorf e di Adriano Galliani, con il quale la primogenita del Cavaliere e di Veronica Lario condivide la poltrona di ad della società, in un convivenza destinata a non durare. E questo ha almeno consentito di tenere dietro le quinte il vero trambusto che in queste settimane sta lacerando la famiglia, ma anche Forza Italia, oltre che l’animo del vecchio combattente: il ruolo di Francesca Pascale. Berlusconi ha un problema noto a tutti: come mantenere il marchio di famiglia, considerato portatore di un cospicuo pacchetto di voti, alle liste per le Europee.
Il tentativo di ottenere un deroga per il parlamento di Strasburgo, dopo l’interdizione e l’incandidabilità per le elezioni italiane, è andato male. Una forzatura ulteriore costerebbe a lui e al suo movimento la scomunica del Partito popolare europeo, con le conseguenze negative che supererebbero gli eventuali benefici di una ricollocazione tra i movimenti protestatari e antieuro. Per questo, per inciso, il Cavaliere starebbe esaminando l’idea di tornare nella maggioranza che sostiene Matteo Renzi: un modo per non rimanere tagliato fuori dai giochi. Un Berlusconi incandidabile priva però Forza Italia del marchio che spesso l’ha trascinata alla vittoria. Non solo: i termini di presentazione della candidatura (metà aprile) si intrecciano con la decorrenza materiale della pena alla quale è stato condannato, servizi sociali o arresti domiciliari. I primi preferibili ai secondo sul piano politico, in quanto chi li sconta ha più margini di manovra e di visibilità, ma indigesti per l’interessato. Da qui un’ipotesi che incombe sia sulla famiglia sia sul partito: matrimonio-lampo con Francesca Pascale e quest’ultima, divenuta a tutti gli effetti una Berlusconi, capolista al posto del neo-sposo. E dunque aspirante non solo a una fetta consistente del patrimonio, ma anche ad una sorta di leadership politica che si è già intravista nella gestione di palazzo Grazioli e di Arcore.
Francesca preme per accelerare le nozze, che alcuni gossip davano per fissate a giugno a Ischia. Il Cavaliere da qualche tempo frena (“…alla mia età non è più il caso”). L’inner circle berlusconiano e i tre figli più giovani sono in subbuglio. Fatto che non riguarderebbe Marina e Piersilvio. La prima ha da tempo rifiutato di scendere in campo in luogo del padre, in nome delle aziende, cioè Mondadori e Fininvest. Alcuni dicono che avrebbe stabilito un buon rapporto con la Pascale: in realtà al momento si tiene fuori dalla mischia. Invece è sicuro che il protagonismo familiare e anche politico della possibile sposa sta provocando il rigetto di Barbara e dei fratelli Eleonora e Luigi; e non solo per mere questioni di patrimonio. Politicamente Barbara è una convinta supporter del padre, ha l’immagine, è giovane, e si è costruita ottime relazioni nella buona società milanese, imprenditoriale e non. E in questi ambienti c’è chi la consiglia a farsi avanti, proprio per sbarrare la strada a un’ipotesi Pascale che avrebbe per molti dell’incredibile. Anche il partito è in pieno scompiglio, mentre tra chi voleva tornare all’ovile del centrodestra – tipo Pier Ferdinando Casini – è tutto uno scuotimento di teste. Per ora il progetto B come Barbara è stato messo tra parentesi. Resta invece il problema B, ovvero come piazzare il nome Berlusconi sulla scheda.