I figli di Silvio Berlusconi avrebbero chiesto per il padre la grazia al presidente della Repubblica. A rivelarlo ieri sera in tv è stato Marcello Dell’Utri, ex parlamentare Pdl e cofondatore di Forza Italia. “Tutti e cinque i figli di Berlusconi, in modo compatto, hanno chiesto la grazia”.
Grazia per Berlusconi, la smentita del Quirinale
A stretto giro di posta è arrivata la smentita dei legali del Cavaliere (condannato in Cassazione a quattro anni per il processo Mediaset sui diritti tv). Niccolò Ghedini ha parlato di una “notizia destituita di ogni fondamento”: “Mai presentata la domanda, né lo faremo in futuro” ha aggiunto mentre la presidenza della Repubblica ha fatto sapere ufficiosamente che sul Colle “non è arrivato niente e non ci ha sorpreso la dichiarazione diffusa dall’avvocato Ghedini perché da tempo al Presidente era stato escluso, da persone vicine all’onorevole Berlusconi, ogni ipotesi di domanda di grazia”.
L’annuncio di Dell’Utri in tv
Dell’Utri ha invece spiegato a Virus su Raidue che “nel momento in cui è stato deciso e gli è stato chiesto di farla chiedere ai figli, i figli l’hanno chiesta, mi sembra ovvio, solo che è brutto il discorso: i figli la chiedono e non gliela danno”. Alla domanda se la grazia non fosse arrivata al Quirinale ha poi risposto: “E che ci vuole per farla arrivare. Evidentemente non gliela vogliono dare. Vogliono che Berlusconi si arrenda… si deve arrendere”. Il giallo sulla domanda di grazia è giunto al termine di una giornata in cui nel Pdl è andato in scena l’ennesimo scontro fra colombe e falchi, con uno scambio di battute fra Quagliariello e Capezzone, fra Formigoni e il duo Carfagna-Polverini, fra Vicari e Bondi. E così via. Si va verso la conta in vista del consiglio nazionale (che conta 863 membri) di sabato prissimo quando si formalizzerà il passaggio dal Pdl a Forza Italia. I governativi (100 firme raccolte, si punta di arrivare a 330), pur non mettendo in discussione la leadership di Berlusconi, chiedono che venga garantita la stabilità di governo anche dopo il voto sulla decadenza del Cavaliere. I lealisti si dichiarano invece pronti a chiudere la stagione delle larghe intese con il Pd, favorevole alla decadenza. Sono forti di 580 firme e contano di arrivare a 630.