<Fidatevi, il lavoro è appena all’inizio…>. Poco dopo aver terminato il suo intervento alla convention di Diem 25, il movimento paneuropeo lanciato da Yanis Varoufakis, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris lascia il teatro Italia, nel centro di Roma, e si avvia verso la macchina. Alcuni ragazzi lo avvicinano per ringraziarlo e incitarlo. Lui appare molto soddisfatto dell’ovazione ricevuta dalla platea pochi minuti prima. Un applauso più forte di quello tributato all’ex ministro greco, che è il vero padrone di casa della serata del 25 marzo, poche ore dopo la fine delle celebrazioni per il 60° anniversario dei Trattati europei. De Magistris ricorda di non avere nessuna tessera di partito e sembra credere molto a questo progetto per una terza via europea, contro l’establishment ma anche contro i populismi e i nazionalismi, che mette insieme gli spagnoli di Podemos, ambientalisti francesi e tedeschi, gli italiani di Sinistra italiana e Possibile. Un progetto benedetto dal regista britannico Ken Loach, presente solo in video per colpa di una influenza ma sempre battagliero: «La sinistra è viva, sta a noi dimostrare che esiste un’altra strada».
«Napoli città ribelle», tuona dal palco De Magistris, che loda chi «dal basso utilizza spazi abbandonati e li restituisce alla città». «Altro che sgomberare, noi li ringraziamo questi ragazzi». E ancora: «Il governo con il decreto Minniti chiede ai sindaci di usare il Daspo. Noi disobbediremo, il sindaco non userà strumenti di repressione dell’emarginazione sociale. Il Daspo lo diamo a chi ha troppo potere, daremo a tutti i napoletani delle tenaglie per rompere i muri e il filo spinato». L’ex magistrato lancia un «grande movimento di liberazione popolare», loda i movimenti No Tav e No Triv, cita i beni comuni come l’acqua pubblica e la «proprietà collettiva». «Per dire sì a un’Europa della giustizia sociale, e No all’Europa dei Salvini e Le Pon». «Viva la rivoluzione e la libertà», chiude tra gli applausi.