Sul Mattino del 20 giugno Nando Santonastaso intervista Massimo Deandreis, direttore di Srm (pagina 15). L’occasione è data dalla presentazione del rapporto di Srm sullo sviluppo dei trasporti, in cui viene rimarcato che la via mediterranea dei trasporti sia ormai passaggio obbligato non solo per l’economia mondiale ma anche per quella italiana.

Dall’intervista emergono alcuni spunti molto interessanti. Vediamoli uno per uno

  1. Bisogna attrezzare la logistica di terra per accrescere la competitività dei sistemi portuali nelle aree, come il Sud Italia, che più potrebbero trarre vantaggi da questo scenario.
  2. Emerge con sempre maggiore evidenza che la missione dei porti meridionali è essere un punto di riferimento fino alle porte della pianura Padana
  3. Da quando cioè è entrata in funzione la riformavoluta dal ministro Delrio, le cose anche al Sud stanno cominciando a cambiare. C’è una spinta forte verso la competitività e si sono messi in moto i processi di dragaggio dei porti
  4. Bisogna lavorare ancora molto sullo sviluppo di sistemi retroportuali, che aiutano a far crescere investimenti e attrattività verso gli scali corrispondenti.
  5. Il Sud esporta tantissimo anche grazie al fatto che i due terzi dell’export meridionale dipendono dal mare
  6. La linea che parte dal Mediterraneo, attraversa il canale di Suez, arriva in Cina e viceversa, si sta rafforzando molto anche in un periodo di contrazione degli scambi commerciali.
  7. Se si capisce che è anche interesse del Centro-nord investire sui porti del Mezzogiorno, si creeranno vantaggi per il Paese a dir poco massicci.
  8. L’istituzione delle Zes, le zone economiche speciali annunciata dal governo sarà strategica.
  9. I porti del Mediterraneo hanno guadagnato quote di mercato nei confronti di quelli Nord europei. E anche i porti italiani hanno raggiunto risultati migliori. La differenza tra Napoli, Genova, Amburgo o Shanghai è minima sui noli marittimi ma la differenza la fanno la qualità e l’affidabilità dei sistemi di terra collegati ai porti. Questo vuol dire che sul mare siamo già competitivi.