La vicenda di Massimo Stara, 45enne morto lo scorso 2 settembre all’ospedale Santissima Trinità di Cagliari in seguito alla puntura di un ragno violino (Loxosceles rufescens) ha fatto il giro del Web e di tutte le principali testate nazionali destando non poche paure ataviche fra i cittadini.
A detta dei giornali si sarebbe trattato del secondo caso di decesso in Europa causato da questo piccolo aracnide che arriva a iniettare il proprio veleno solamente in casi rarissimi ed estremi e che può condurre alla necrosi della parte colpita. Tuttavia, la correlazione fra puntura e morte, avvenuta a distanza di tre mesi, non sarebbe così scontata ed automatica. Secondo Aracnofilia, l’Associazione italiana di Aracnologia, infatti, le notizie diffuse in questi giorni dalla stampa riguardo questa vicenda sarebbero “confuse ed allarmanti”, pertanto ha deciso di diramare un comunicato per cercare di fare definitivamente chiarezza sulla questione.
In base a quanto dichiarato dall’associazione il morso del Loxosceles rufescens non causerebbe la morte: questa specie di aracnide, molto diffusa in tutta Italia e presente anche negli ambienti domestici, possiede un veleno citotossico che in genere causa un eritema, talvolta anche ampio, nell’area punta dall’animale. Le lesioni necrotiche, però, sono molto rare e se si verificano sono di dimensioni limitate e modeste e solo in casi particolari possono richiedere attenzioni mediche durature e significative.
Sempre secondo quanto riportato da Aracnofilia, la sintomatologia di necrosi non è specifica del morso del “ragno violino” ma in caso di infezioni batteriche cutanee o di punture di altri artropodi, pertanto è impossibile risalire a posteriori alla causa reale di questo genere di lesioni e nella maggior parte dei casi quelli attestati come morsi di Rufescens sono in realtà causati da altri fattori. L’associazione inoltre ha rassicurato sul fatto che, nonostante la sua estesa diffusione, si tratti di un ragno molto schivo e quasi mai aggressivo, che attacca unicamente in casi estremi e per difendersi. Sono pochi in Italia i casi accertati di morso da parte di questo aracnide e nessuno dei pazienti “aggrediti” ha mai rischiato di morire.
Le stesse precedenti dichiarazioni di Massimo Stara sulla vicenda fanno escludere la puntura del ragno violino come causa del suo decesso: l’uomo era stato “attaccato” tre mesi fa mentre lavorava in campagna ed in seguito aveva riportato un grave danneggiamento di muscoli, polmoni e fegato, entrando persino in coma, durato 4 giorni. La vasta sintomatologia e le tempistiche sono però incompatibili con la puntura del ragno, e come dichiarato dallo stesso staff medico, i motivi della morte sono legati ad altre patologie del quale l’uomo soffriva da diversi anni.
Come sottolineato nel comunicato dell’associazione si tratta, dunque dell’ennesimo caso in cui viene sfruttata una fobia diffusa, in questo caso quella per i ragni, unita alla tragedia, la morte di un uomo, per creare del mero sensazionalismo ed attirare qualche click e like in più, diffondendo però disinformazione e preoccupazioni infondate nei lettori.