E’ destinata a crescere la tensione tra gli Stati Uniti e l’Europa. Gli Usa, infatti, avrebbero allungato il proprio orecchio per ascoltare i grandi di Francia, Germania, Spagna e Italia. L’ultima rilevazione della Bild in merito al caso Datagate (“Obama sapeva dal 2010 che la Nsa stava spiando la Merkel”) non è passata inosservata a Berlino dove il ministro dell’interno Hans-Peter Friedrich ha dichiarato: “Lo spionaggio è un reato e chi lo commette va perseguito”. Parole a cui ha fatto eco il ministro degli esteri Guido Westerwelle: lo spionaggio “tra amici è dannoso politicamente” e rischia di “minare i rapporti”. Ma la Casa Bianca tace e a prendere le difese del presidente americano è invece il numero uno della National security agency: “Mai discusso con Obama di presunte operazioni che coinvolgessero Angela Merkel”. Una nota che non precisa però come siano andate veramente le cose. L’America ha spiato o no la cancelliera tedesca? Se lo ha fatto – questa la tesi che rimbalza da Oltreoceano – è stato per proteggere il Vecchio Continente dal terrorismo. Ma sembra che ad essere stati “spiati” non siano stati solo i tedeschi, i francesi e gli spagnoli. La National Security Agency americana ha “tracciato” in Italia – secondo i dati del sito web Usa “Cryptome” – in un mese a partire dal 10 dicembre 2012 all’8 gennaio 2013 46 milioni di cosiddetti “medatada” telefonici (numero di telefono chiamato, identità del ricevente e del chiamante, durata della telefonata).