Si chiama Fi.li.cos (Filiera del limone della costa di Amalfi per le antiche tradizioni di cosmesi) il progetto che vede l’utilizzo dei limoni di “seconda categoria”, ossia quei limoni che presentano imperfezioni estetiche e non sono commerciabili, riuscendo ad ottenere prototipi di prodotti cosmetici: shampoo, bagno schiuma, crema viso, deodorante per ambienti e sapone liquido. Le aziende agricole di produzione dei limoni infatti affrontano costi eccessivi per lo smaltimento di questi sottoprodotti e degli scarti. L’idea innovativa consiste di utilizzare questi scarti come risorsa.
Dopo essere stati testati dal Dipartimento di Farmacia dell’Università di Salerno, gli innovativi cosmetici saranno prodotti dall’azienda farmaceutica Dermofarma e messi a disposizione degli operatori di filiera del limone IGP Costa d’Amalfi presso le strutture alberghiere della costa, nei centri estetici e nei parrucchieri.
“L’obiettivo primario del progetto è quello di aumentare la redditività della produzione del limone e garantire la conservazione dei limoneti come elemento caratterizzante il paesaggio della costiera amalfitana” è ciò che afferma Carmine Pecoraro, Presidente della Cia Salerno, aggiungendo: “Gli altri obiettivi riguardano la brevettazione di consulenza, di rapporti impresa-mondo della ricerca e nuovi sbocchi commerciali”.
“Gli obiettivi raggiunti sono stati tanti” afferma Marisa Paradisi, il Direttore della Cia Campania, “Il più grande risultato è quello di aver lavorato finalmente in filiera, in fondo alla quale c’è il territorio agricolo che produce. Nella nuova programmazione comunitaria infatti la filiera diventa il modello organizzativo prevalente. Questi prototipi quindi devono diventare prodotti a seguito della grande richiesta di natura, cultura e storia.”
Il progetto quindi vuole creare un prodotto che sposi le caratteristiche del territorio ed ambisce a diventare uno dei marchi caratterizzanti.
Italo Santangelo, della direzione generale delle politiche agricole della Regione Campania afferma: “Il progetto Fi.li.cos mi è piaciuto moltissimo: c’è ricerca, c’è trasferimento, abbiamo collaudato l’innovazione e l’abbiamo trasferita. Io ci vedo una grande potenzialità, se ad esempio pensiamo ad una confezione ridotta con flaconi più piccoli la si può adottate negli alberghi ed avere maggiore visibilità con i turisti.
Quindi bisogna incentivare i progetti che creino un valore aggiunto per il territorio. Le opportunità sono innumerevoli ma bisogna costruire e creare associazione dei produttori, altrimenti le DOP non decollano, infatti stanno ancora al 10-15%. Utilizziamo soprattutto tutte le misure e le opportunità in maniera intelligente, attraverso l’integrazione.”