Scrive il CORRIERE DELLA SERA: “(…) il risveglio nel nuovo anno è cominciato con una serie di rincari, primi fra tutti i pedaggi. Gli aumenti medi a livello nazionale sono di circa il 3,9% con un massimo dell’8,2% secondo i dati del ministero. Ma, dopo i festeggiamenti di Capodanno, chi ieri ha preso l’autostrada per tornare a casa potrebbe aver affrontato un rincaro del 15%, secondo le rilevazioni di Onlit. (…) Una sorpresa annuale, visto che le convenzioni tra lo Stato e le concessionarie autostradali prevedono adeguamenti delle tariffe ogni primo dell’anno in base agli investimenti realizzati. (…) gli aumenti andranno da un +4,4% di Autostrade per l’Italia a un massimo di +8,28% della Strada dei Parchi (la società che gestisce le autostrade A24 e A25) con il caso limite della Padova-Venezia dove l’incremento è di circa il 300% (prezzo che assorbe anche gli investimenti per la realizzazione del passante di Mestre). E le autostrade non sono le uniche sorprese di questo inizio 2014: dal primo gennaio le tariffe per luce sono aumentate dello 0,7%, secondo quanto ha stabilito l’Autorità per l’energia, che ha invece lasciato invariate quelle del gas. Aumentati anche i prezzi degli snack, i caffè e le bevande dei distributori automatici con l’Iva passata dal 4 al 10%. Buone notizie invece per Poste italiane per cui l’Agcom ha dato il via libera, nei giorni scorsi, alla facoltà di aumentare i prezzi di lettere e raccomandate entro i prossimi tre anni: il costo per spedire una lettera potrà salire dagli attuali 70 centesimi sino a 95 centesimi e le raccomandate da 3,60 a 5,40 euro. Ma, almeno per ora, è una facoltà che Poste non ha intenzione di esercitare. Diverso il discorso per l’imposta di bollo sugli investimenti nei conti titoli, che sale dall’1.5 al 2 per mille”.
“I rincari del primo giorno dell’anno – scrive LA STAMPA – sono solo l’ultima mazzata. Ma i commercianti sperano che l’offerta di saldi vantaggiosi che inizia oggi in Valle d’Aosta, Campania e Basilicata – a seguire sabato tutte le altre Regioni – dia un po’ di ossigeno a un settore che fa i conti con una crisi nera. In ballo spicciolo più spicciolo meno, secondo Confcommercio, ci sono 5 miliardi e 400 milioni di euro pari al 18,8% del volume d’affari dell’intero settore. La scommessa è che ogni famiglia apra il portafoglio per spendere almeno 340 euro per acquistare capi di abbigliamento, calzature ed accessori. (…) Secondo Confcommercio saranno sedici milioni le famiglie italiane, su un totale di quasi ventisei milioni, ad affollare i negozi. Un dato clamorosamente smentito dall’Osservatorio di Federconsumatori che parla invece di meno di 9 milioni di famiglie propense ad acquistare con i saldi, con una riduzione della spesa pari all’11,3% che si somma alla riduzione registrata coi saldi dello scorso anno (-18,8%)”. E “c’è già chi si è messo sul piede di guerra per battere la concorrenza. Secondo Codancons otto negozianti furbetti su dieci, a Napoli, Milano e pure a Roma, hanno già avviato i saldi dal 30 dicembre, con largo anticipo sulla data ufficiale e cercando di attirare i consumatori in ogni modo. Con scritte promozionali in vetrina, sms ai clienti più fedeli o praticando sottobanco uno sconto alla cassa”.