Di Chiara Comenducci
Da Roma a Pompei la nutrizione dell’età imperiale viene raccontata al Museo dell’Ara Pacis attraverso antichi ritrovamenti, dalle forchette ai fornelli, dai piatti alle pentole, dalle cartine geografiche alle riproduzione grafiche del trasporto degli alimenti fino a Roma. Questa mostra, ideata in occasione di Expo 2015 e aperta fino al 15 novembre, si pone come obiettivo quello di narrare le abitudini dell’alimentazione nell’età imperiale raccontando le soluzioni utilizzate per il rifornimento, il trasporto e la distribuzione del cibo.
In mostra, provenienti da Pompei, Ercolano e Oplontis, raffinate suppellettili in ceramica, vetro e bronzo, accanto al Tesoro di Moregine, un completo da tavola in argento di ritorno da cinque anni di esposizione al Metropolitan Museum di New York.
La mostra affronta subito il tema della lavorazione degli alimenti primari (grano, olio, vino e garum, una salsa a base di pesce usata come esaltatore di gusto) coltivati – pescati o direttamente in Italia, creando quella rete che oggi viene definita a km 0, o proveniente dai paesi vicini tramite rotte marine. Viene poi descritto il confezionamento dei prodotti che per essere trasportati venivano riposti all’interno di anfore.
L’area vesuviana, con il suo terreno fertile, appariva con fattorie e distese ininterrotte di coltivazioni di ortaggi e frutta. Particolarmente diffuse erano le villae rusticae usate come centri di produzione e trasformazione degli alimenti. Esempio di questa tipologia di villa è la riproduzione miniaturizzata, in mostra, della Villa della Pisanella che si trova nei pressi di Pompei.
Il percorso prosegue attraverso una riproduzione grafica del porto di Traiano, dove viene messo in luce il trasporto degli alimenti che avveniva via mare o via terra. Per gli alimenti che viaggiavano lungo rotte di mare, punto di arrivo era il porto di Puteoli, l’odierna Pozzuoli. I carichi alimentari che arrivavano al porto potevano scegliere doppia strada: o venivano conservati nei molti magazzini del posto oppure erano trasportati, dai sicarii (facchini) su altre imbarcazioni più piccole che risalivano la costa fino a Ostia, porto intermedio fra Pozzuoli e Roma. Gli alimenti trasporti via terra venivano spostati da carri trainati da animali.
Uno spazio è poi dedicato al racconto del consumo delle merci e dei prodotti alimentari. I romani, infatti, oltre che consumare i pasti nei raffinati triclinia – sale da pranzo in cui i commensali mangiavano distesi su lettini da banchetto disposti a ferro di cavallo – potevano mangiare in luoghi pubblici come i thermopolia e popinae che altro non erano che bar o tavole calde dell’epoca in cui veniva preparato, venduto e consumato il cibo di strada. Secondo recenti studi solo a Pompei ne esistevano 90.
In un momento in cui la nutrizione è al centro di un cambiamento epocale, in un mondo dove poche persone hanno tutto e molte altre poco o niente, la mostra è un ottimo spunto per riflettere sugli sprechi della nostra alimentazione.
Nutrire l’Impero. Storie di alimentazione da Roma e Pompei Museo dell’Ara Pacis, Lungotevere in Augusta, Roma
Fino al 15 novembre 2015
Tutti i giorni dalle ore 9.30 alle ore 19.30