Crescita economica, è guerra di cifre tra Istat e Tesoro: l’istituto di statistica ha tagliato le stime del Pil del governo e il ministro dell’Economia Saccomanni ha puntualizzato: “non tengono conto delle riforme”. Secondo il rapporto sulle prospettive dell’economia italiana dell’Istat, l’economia italiana subira’ quest’anno una contrazione dell’1,8% e crescera’ dello 0,7% l’anno prossimo, una percentuale inferiore a quella diffusa dal ministro Saccomanni, che nell’audizione al senato del 29 ottobre scorso aveva parlato di una crescita dell’1,1%.
La differenza di stime sulla crescita del Pil – ha spiegato il ministro da Londra – e’ “essenzialmente dovuta al processo di riforme strutturali che abbiamo intrapreso e alle misure per il rimborso dei debiti della pubblica amministrazione che sta procedendo molto bene”: “non so – ha aggiunto – in che misura l’Istat tenga conto anche di questi fattori”. Quello delle stime sulla crescita – ha spiegato Saccomanni – “e’ un tema sul quale evidentemente abbiamo opinioni leggermente diverse”. Il ministro Saccomanni ritiene, in particolare, “che la differenza, che e’ una differenza modesta, sia essenzialmente dovuta all’attivita’ del processo di riforme strutturali che abbiamo intrapreso”. Secondo il ministro del Lavoro Enrico Giovanni, “quelle dell’Istat sono previsioni che confermano per il 2013 un trend molto negativo, e indicano per il 2014 una crescita dello 0,7%, anche se, nello stesso comunicato stampa, si indica chiaramente che, nel caso in cui la fiducia crescesse, si arriverebbe intorno all’1 per cento, se la ripresa economica dovesse continuare”. L’analisi dell’Istat appare quindi a Giovannini “come uno stimolo per fare la legge di stabilita'”.
A ricordare che la situazione e’ ancora difficile e’ intervenuto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, sottolineando che in questo momento le risorse “scarseggiano”; “la coperta – ha detto il Capo dello Stato – restera’ corta anche se riusciremo con grande sforzo collettivo di responsabilita’ e di coesione a riaprirci presto un sentiero di crescita per l’economia italiana nel quadro europeo e di alleggerimento del debito pubblico e del deficit di bilancio”.