Il maestro della pizza napoletana, Gino Sorbillo, placa le polemiche dicendo che Cracco non contrabbanda la sua pizza come «napoletana», «e poi a me la sua interpretazione è piaciuta». Si tratta di una sfoglia tipo frisella molto leggera e croccante «con eccellente sugo di pomodoro San Marzano e fette di mozzarella di bufala aggiunte alla fine». Le polemiche riguardano sia l’affronto alla sacra ricetta («Ho visto la pizza di Cracco e mi sono catapultato a consegnare 8 stelle Michelin all’egiziano sotto casa») sia il prezzo: pizza, bottiglia d’acqua e caffè 26 euro [Elvira Serra, CdS].
Nino Materi sul Giornale non si pronuncia sul sapore della Craccorita, ma la giudica brutta, e insinua che si tratti di una trovata esclusivamente pubblicitaria per far parlare del locale appena aperto.