Il settore delle costruzioni è il comparto che negli ultimi anni ha registrato il calo più rilevante: dal 2008 al giugno scorso ha fatto segnare un –31.58% in termini di numero di occupati, corrispondenti ad oltre 580mila posti di lavoro in meno. Dallo stesso anno al giugno scorso hanno cessato ogni attività oltre 118mila imprese, pari al -18,8%. Dal 2009 al 2016 gli investimenti nelle costruzioni si sono ridotti di quasi il 12%: quasi 17 miliardi in meno. Sono i numeri di una crisi che, in edilizia, morde ancora senza lasciar intravedere alcuno spiraglio di ripresa.
Dagli ultimi dati della Banca d’Italia si evince una sostanziale stagnazione dei finanziamenti erogati alle imprese sia su base trimestrale (+0,2%) che su base annuale (+0,3%): ma il trend è estremamente più negativo per le imprese di costruzioni, che nel trimestre che si è chiuso nel maggio scorso, hanno registrato una flessione del 5,4%.
A fronte di dati ancora così pesantemente negativi e dell’inerzia della classe politica, nel corso dell’Assemblea Nazionale CEPI che si svolgerà a Salerno, lanceremo un appello forte a tutte le istituzioni presenti affinché si esca dalla fase dei programmi e dei progetti e si passi ai fatti concreti e ai cantieri.
Proporremo un Piano Marshall contro il degrado urbano e per la sicurezza degli edifici: un programma straordinario di interventi che guardi con coraggio ed incisività alla riqualificazione delle città, partendo dai contenitori in disuso o dismessi, e alla messa sicurezza degli edifici orientata in particolare non solo all’efficientamento energetico, ma anche alla sicurezza dal rischio sismico e dal dissesto idrogeologico. I 2,1 miliardi del Piano periferie varato dal Governo non bastano, e le lungaggini legate all’assegnazione ed alla erogazione delle risorse agli enti destinatari, è assolutamente insostenibile. Occorre un piano integrato che – più che a fascicoli di fabbricato inidonei ad incentivare interventi laddove c’è penuria di risorse – renda anche per il privato economicamente conveniente investire sulla sicurezza, con premi chiari e certi, anche di carattere fiscale, e crescenti con l’aumentare dei livelli di staticità e sicurezza conseguiti.
Rivendicheremo dalla politica, tempismo, coraggio, efficienza avanzando proposte realistiche e concrete: le famiglie scontano ancora oggettive gravi difficoltà economiche. Queste misure e questi investimenti in sicurezza degli stabili, vanno resi appetibili con una deducibilità fiscale molto più spinta. Proporremo addirittura una deducibilità totale degli interessi sui mutui contratti per lavori di ristrutturazione che conciliano risparmio energetico e messa in sicurezza antisismica, o, addirittura, la deducibilità fiscale anche di parte del capitale mutuato con un meccanismo di cessione del credito per le dichiarazioni reddituali incapienti a favore di imprese, fornitori e istituti bancari, sulla falsariga dello strumento già operativo per i lavori di efficientamento energetico.
I minori introiti fiscali verrebbero di gran lunga compensati dall’effetto moltiplicatore che questi interventi genererebbero nel comparto dell’edilizia.
Ma occorre coraggio, celerità, efficienza. La politica non può più crogiolarsi su segnali di crescita da zerovirgola mentre il resto d’Europa registra trend sensibilmente superiori. Una crisi devastante, assimilabile per i suoi effetti ad un conflitto bellico, non è ancora e non è affatto alle spalle, soprattutto per l’edilizia. Per questo rivendicheremo con forza un “Piano Marshall” che rilanci l’edilizia e garantisca maggiore sicurezza al Paese.