Nicola Cosentino, ex sottosegretario del governo Berlusconi, è stato il referente politico della camorra casalese. E ieri è stato condannato a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa.

Il verdetto è stato deciso dai giudici del collegio C della prima sezione penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta da Giampalo Guglielmo. All’ex parlamentare sono state anche comminate le pene accessorie di interdizione perpetua dai pubblici uffici, l’interdizione legale durante la pena e il pagamento delle spese processuali.

La sentenza è stata pronunciata intorno alle 18 dopo una camera di consiglio durata circa cinque ore. Alla lettura del verdetto non era presente Cosentino che nel pomeriggio era stato in aula insieme ai figli e ai fratelli. L’udienza conclusiva è la 141esima svoltasi dal marzo 2011 quando è stato avviato il processo. Secondo i magistrati della Dda di Napoli, Cosentino sarebbe stato il referente del clan dei Casalesi in politica. In questo processo l’ex coordinatore regionale di Fi era l’unico imputato che rispondeva di un unico reato. Attualmente Cosentino è agli arresti domiciliari in provincia di Isernia, ma ha scontato la carcerazione preventiva per oltre due anni. Nel marzo 2013 si consegnò al carcere di Secondigliano, a Napoli, quando si sciolsero le Camere e terminò il suo mandato elettorale.