Corsa contro il tempo per risolvere il nodo Imu. Un pasticcio tecnico, quello del pagamento del 40 per cento dell’extragettito entro il 16 gennaio, che rischia di diventare un problema politico e di non facile soluzione. Da un lato la mini tassa sulla prima casa è complicata da calcolare e soprattutto rischia di essere molto indigesta ai contribuenti cui era stata promessa la cancellazione totale del balzello. Dall’altro è contestata dai sindaci. Il governo si è detto pronto a trattare. Voce fuori dal coro quella del titolare dell’Economia Saccomanni secondo cui è “impossibile non colpire la casa, serve ai Comuni” e lo sgravio per il 2013 “è solo temporaneo”. Ma in attesa di sapere che cosa ne sarà della tassazione sulla casa, resta da sanare la mini-Imu che deve coprire il 40% della differenza tra l’aliquota base dello 0,4% e quella decisa dai Comuni, che sarebbe a carico dei cittadini. Fra le ipotesi in campo c’è quella di farla pagare entro il 16 gennaio e poi restituirla, ma rischia di rendere tutto più complicato. Oppure bisognerà trovare i circa duecento milioni di euro che servirebbero nei venti giorni che mancano alla fine dell’anno e alla chiusura dei conti pubblici, che restano sul filo del 3%, e sui quali è acceso il faro di Bruxelles. “La partita non è ancora finita. C’è una porta aperta in Parlamento: la legge di Stabilità. Mi auguro che si riesca a fare uno sforzo ulteriore per trovare la cifra che manca e non far pagare nessuno” dice il ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio in un’intervista a Repubblica. Tuona dalle pagine della Stampa il leader della Cgil Camusso secondo cui “il Paese è disorientato”, “un lavoratore che sta per ricevere la tredicesima e non sa che cosa potrà fare con quei soldi, quanti ne dovrà mettere da parte ad esempio per pagare quel pezzo di Imu che non è abolito…”.