“Dovrebbe fare la fine di Kennedy”, il presidente americano ucciso nel ’63: così alcuni mafiosi arrestati pensavano di colpire il ministro dell’Interno Angelino Alfano, responsabile dell’inasprimento del 41bis. La circostanza emerge da un’intercettazione agli atti dell’operazione antimafia che si è svolta tra i comuni di Corleone, Chiusa Sclafani e Contessa Entellina, nel palermitano.
L’inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, ha svelato i nuovi assetti di Cosa nostra nel mandamento dei boss Riina e Provenzano. Le attività di indagine avrebbero scongiurato un omicidio già
pianificato.
Tra gli arrestati dai carabinieri del Gruppo di Monreale, che hanno azzerato i vertici del mandamento di Corleone, c’è anche Rosario Lo Bue, capomafia già finito in carcere nel 2008, ma poi assolto e liberato, fratello di uno dei
fiancheggiatori dell’ultima fase della latitanza del boss Bernardo Provenzano. La Cassazione dichiarò nullo il
decreto che aveva autorizzato le intercettazioni a suo carico. L’indagine ha svelato anche il progetto di un omicidio imminente: alcune persone si sarebbero rivolte a Cosa nostra per risolvere problemi legati alla riscossione di una grossa eredità.