Tre giudici della Corte costituzionale mancanti, dopo 31 fumate nere, ora ci sono. Ma la nomina di Augusto Barbera di area Pd, di Franco Modugno voluto dal Movimento Cinque Stelle, e di Giulio Prosperetti vicino ai centristi, lascia strascichi politici non indifferenti. Con Forza Italia che — esclusa dall’accordo e orfana del suo candidato Francesco Paolo Sisto — grida all’ «inaffidabilità» politica del presidente del Consiglio e la Lega che accusa Beppe Grillo di essere «la stampella di Renzi». Ma le prove tecniche di accordo tra il Pd e il M55 generano preoccupazioni anche sulla Rete. Grillo rivendica dal suo blog: «Due volte si è ricorso al metodo Cinque stelle e due volte si è raggiunto l’obiettivo. Mentre le altre 3o volte si sono buttati via i soldi dei cittadini». I militanti, però, si interrogano se il «patto» con i democratici non sia un vero e proprio inciucio. Mentre la sinistra del Pd sfida il Movimento ad andare oltre. E trovare convergenze anche su altro: a partire dalla legge sulle unioni civili.
Ancor più duri, i commenti sulle pagine Facebook del “volto” dell’accordo. Gratta il grillino e viene fuori il piddino., il motto coniato da chi – l’intesa per la Consulta – non l’ha proprio digerita. È una sorta di contrappasso, pagato da chi all’inciucio ha gridato più e più volte. Gli attacchi arrivano anche in Parlamento, soprattutto dalla Lega che accusa il Movimento di aver salvato il governo Renzi. E vengono postati sulle pagine Facebook dei parlamentari chiedendo spie-gazioni:.Dopo tutto quello che avete detto su di lui, come avete fatto a votare Augusto Barbera?. Alessandro Di Battista dice chiaro: •Abbiamo sbloccato la situazione, imposto un minimo di metodo, impedito l’arrivo di persone come Luciano Violante e Francesco Paolo Sisto.E poi: «Non c’è stato inciucio e non c’è stato alcun accordo col Pd. Abbiamo resistito per 30 votazioni dicendo che il nostro candidato era Modugno e che la terna non ci piaceva. Costringendol i a cambiare i nomi abbiamo elevato la qualità della Consulta». Quanto all’ipotesi di nuove intese, Fico precisa: Noi lavoriamo sui temi in Parlamento nell’interesse della collettività. Se c’è una legge buona, la votiamo.