“Apprendiamo che a Catania è partita la concertazione tra i “titolati” Cgil, Cisl, Uil e Ugl e l’amministrazione guidata dal giovane sindaco Salvo Pogliese. Ciò può sembrare una buona notizia per la nostra città, ma facciamo notare che purtroppo Catania è andata in fallimento a causa delle politche comunali degli ultimi dieci anni. Politiche che hanno sempre avuto l’avallo dei suddetti “titolati” attraverso quella che continuano a chiamare concertazione.
Parliamo di organizzazioni che pur di annoverarsi tra i grandi truccano le carte sulla rappresentatività data dai lavoratori, costringendo così, noi di Confsal, a ricorrere alle vie legali.
Il TAR di Catania, con sentenza n. 01732/2017, si è già pronunciato in nostro favore e ha condannato chi ha fatto dichiarazioni illecite all’ ufficio del lavoro.
Inoltre, è ancora pendente presso la sezione penale del Tribunale di Catania, l’esposto di Confsal per dichiarazione mendace nei confronti del segretario generale pro tempore di Ugl.
Noi della Confsal ci chiediamo come mai la politica concertativa, che secondo i “titolati” dovrebbe essere un toccasana per tutte le problematiche che investono lavoratori e collettività, non sia servita a salvaguardare la formazione professionale di cui queste organizzazioni detenevano importanti Enti (vedi il caso dello Ial-Cisl). Questi Enti sono falliti lasciando per strada e da sole, già da quattro anni, 10 mila famiglie. Il paradosso è che nessuna di queste organizzazioni si occupa più di questi lavoratori i quali, oltre al danno, subiranno la beffa di ricevere, al massimo, il 40% del credito vantato nei confronti degli stessi Enti. Queste famiglie sono state lasciate sole e a noi vengono in mente delle domande: Sono soli perché il sindacato era il loro datore di lavoro? Come mai queste organizzazioni sindacali si sono sedute al tavolo con i commissari straordinari di Catania per chiedere il 100% delle spettanze dei dipendenti del Comune e non l’hanno fatto anche per i loro dipendenti della formazione?
Pensavamo che questa amministrazione fosse più coraggiosa scegliendo una chiara ed inequivocabile inversione di tendenza lasciando al passato ritualità vetuste e fallimentari.
Con nostro dispiacere, invece, ci accorgiamo che non è così. Noi non vogliamo che un sindaco, eletto con ampio consenso, si lasci ingabbiare da logiche antiche. Non è auspicabile per Catania un sindaco vecchio in un corpo giovane. Eravamo convinti, forse anche per lo sprint legato alla sua età, che avesse idee nuove per rilanciare il lavoro, la partecipazione, la dignità, la corresponsabilità. Noi crediamo che Catania oggi non abbia necessità della concertazione, ma piuttosto di idee chiare su come procedere avendo un progetto e un programma. L’amministrazione deve ceratemnete confrontarsi con le organizzazioni sindacali, ma poi deve assumersi l’onere e l’onore della concreta azione amministrativa.
Come abbiamo sempre detto, anche nelle sporadiche convocazioni da parte dell’amministrazione, noi di Confsal siamo sempre disponibili a fare fino in fondo la nostra parte. Lo facciamo non per mero protagonismo o posti di potere, ma per dare dignità, rappresentatività e cittadinanza ai 30 mila iscritti che hanno dato mandato a questa organizzazione sindacale. Hanno scelto di essere rappresentati dalla Confsal e non da altri oltre ad essere cittadini che hanno contribuito ad eleggere questa amministrazione comunale la quale, pertanto, dovrebbe dargli la giusta importanza.
Peraltro, poiché si tratta di amministrazione pubblica e non di mera applicazione di CCNL, tutti i soggetti che rappresentano pezzi della cittadinanza hanno dignità e ruolo per partecipare al confronto con l’amministrazione comunale.
Ci aspettiamo, dunque, una chiara e inconfondibile inversione di tendenza convocando la Confsal in tutte le occasioni di confronto con tutte le organizzazioni sindacali della città. Ci riserviamo, comunque, ogni azione di protesta a tutela dei nostri assistiti.
Segretario provinciale Confsal, Santo Torrisi