Di Laura Bercioux
Totò Riina, il capo dei capi, passeggia e parla.32 anni dopo racconta al suo compagno Lorusso e, svela agli inquirenti che lo sorvegliano altre presunte verità come quella legata al Prefetto di Palermo, Carlo Alberto Dalla Chiesa. Durante la passeggiata con il fedelissimo compagno d’aria, Alberto Lorusso, Riina parla della cassaforte del Generale che fu trovata vuota a Villa Paijno. subito dopo l’uccisione di Dalla Chiesa, crivellato in via Isidoro Carini insieme alla moglie e all’autista da un commando armato di kalashnikov. Gli inquirenti hanno riportato il contenuto di alcune affermazioni del Capo dei Capi. Riina lancia pesanti invettive nei confronti del prefetto: “Lui gli sembrava che veniva a trovare qua i terroristi. Gli ho detto: qua il culo glielo facciamo a cappello di prete. Questo Dalla Chiesa ci sono andati a trovarlo e gli hanno aperto la cassaforte e gli hanno tolto la chiave. I documenti dalla cassaforte e glieli hanno fottuti. Minchia il figlio faceva … il folle. Perché dice c’erano cose scritte”, spiega il capomafia alludendo alle numerose denunce che Nando Dalla Chiesa, figlio del prefetto, fece proprio sulla scomparsa di documenti dall’abitazione del padre.A un certo punto Lorusso ha chiesto a Dalla Chiesa: “Ma pure a Dalla Chiesa gli hanno portato i documenti dalla cassaforte?”. “Si’, sì. Loro… quando fu di questo … di Dalla Chiesa … gliel’hanno fatta, minchia, gliel’hanno aperta, gliel’hanno aperta la cassaforte … tutte cose gli hanno preso”. Il Cpao di Cosa Nostra, autore delle stragi di Palermo, parla e parla anche del Papa, Giovanni Paolo II. Da altre intercettazioni – venute alla luce ora – che risalgono al 14 novembre dell’anno scorso. Riina ha ricordato con rabbia lo storico anatema lanciato contro Cosa Nostra il 9 maggio 1993, nella agrigentina della Valle dei Templi: “Non sei un Papa, tu sei un disgraziato, tu sei un prepotente, uno scellerato, cattivo, cattivo proprio, era un carabiniere”. E ancora: “Ha esortato i mafiosi a pentirsi. I mafiosi sono gente educata, rispettosa, quindi era giusto che il Papa la smettesse di interessarsi di queste stravanganterie”. Insomma il Papa non avrebbe dovuto presentarsi ad Agrigento. E Karol avrebbe anche rischiato molto.Il padrino di Corleone parla e come al solito e Alberto Lorusso ascolta. E se Papa Francesco “questo buono è, questo Papa è troppo bravo”, quando parla di Papa Wojtyla, Riina arriva perfino ad immaginare di “sperimentare un’altra invenzione” ovvero una strage “Sono valutazione che spettano agli organi competenti”. Così il presidente del Senato Piero Grasso, a margine delle commemorazioni a Palermo dell’assassinio del prefetto Dalla Chiesa, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano se le esternazioni in carcere del boss Totò Riina contenessero delle reali minacce. A chi gli chiedeva, poi, della trattativa Stato-mafia, ha risposto: “Come sapete non parlo dei processi in corso e peraltro in questo sono anche testimone”.