DI FAUSTA TESTAJ’

Alla presenza del Direttore Artistico L. Sicignano,di C. Andò (ufficio stampa del Verga), della Vice Presidente L. Scalisi e del’attore, in questo caso anche, scrittore, regista ed autore della scene si è presentato :” Luomo dal Fiore in Bocca”di l. Pirandello e l’Epilogo “Nella Mia Carne”di V. Pirrotta con costumi di Riccardo Cappello, le musiche del collaboratore storico di Pirrotta Luca Mauceri, le luci di Gaetano La Mela e l’audio di Luigi Leone. Questa Coproduzione Internazionale del T. Stabile di Catania con il Complejo Teatral de Buenos Aires che sarà messa in scena al Verga dal 5 al 17 Novembre vede come protagonista oltre allo stesso Pirrotta anche il siciliano Giuseppe Sangiorgi che negli ultimi 10-12 anni oltre a mettersi in luce nel teatro si è fatto onore al cinema(Nuovo Mondo di Crialesi) ed in TV (La Mafia uccide solo D’Estate di Pif).

Lo spettacolo che ha già debuttato in questo prestigiossissimo teatro Argentino con grande successo rilancia fuori confine lo Stabile Etneo, testimoniando la capacità di essere un’artista a tutto tondo di Pirrotta e nello stesso tempo la straordinaria sensibilità di una città e di un Paese verso la cultura Italiana, “dal’altronte L’Argentina” afferma L. Sicignano “ è impregnata d’italianità, molti dei suoi abitanti erano nostri concittadini, molti cognomi sono italiani e quindi ha un’anima italiana ed anche fortemente siciliana e poi a cavallo tra l’800 e il 900 è stata sede, insieme a tanti altri Paesi Sudamericani di tournèe di grandi nomi del T. Italiano accolti sempre con grande entusiasmo com’è successo a Vincenzo, il riscontro da parte del pubblico e della stampa è stato tale che la Direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Buenos Ares, Donatella Cannova, ed Elisabetta Riva, Direttrice del T. Coliseo, hanno espresso la volontà di proseguire questo cammino comune che noi ovviamente siamo interessatissimi ad intraprendere e quindi nei prossimi giorni con Vincenzo inizieremo un dialogo per costruire ulteriori tappe in tutto il Sudamerica.

“Nella discussione interviene L. Scalisi dicendo “che lo Stabile continuà così il suo lavoro di messa in scena dei grandi Autori di una Sicilia che è sempre stata al centro della scena culturale del tempo, capace di coinvolgere e di emozionare il pubblico coniugando tradizione ed innovazione”.In realtà “l’uomo dal fiore in bocca” è una parte importante di un progetto più grande, creato da Pirrotta, che si chiama KAOS PIRANDELLO, proprio perchè ha visto per 3 giorni, nelle scorse settimane, il T. San Martin di Buenos Aires occupato in tutte le sue parti, pacificamente, dal nome di Pirandello, c’erano 12 installazioni posizionate daperttutto, il pubblico in gruppi decideva di vederne solo 1, 2 o tutte e 12, c’erano personaggi che andavano tra gli spettatori , c’era il monologo di Cotrone ed un balletto inventato da Pirrotta prima dei Giganti della Montagna, una serie di dieci mini- spettacoli con personaggi e frammenti di opere del Premio Nobel per la Letteratura nel 1936, questo è il progetto generale di fondamentale importanza in questa nuova Produzione T. Buenos Aires-Stabile di Catania.Negli stessi giorni in cui va in scena lo spettacolo ci sarà, insieme a quella sulle Prove Dell’Antigone curata dal fotografo A. Parrinello, la Mostra fotografica su Pirandello curata dalla prof. ssa e dall’avv. Zappulla Muscarà, anche questa fa parte del progetto KAOS.

Alla mia domanda: la prima parte” dell’uomo dal fiore in bocca” è strutturata in maniera visionaria come “Nella mia Carne”che è l ‘Epilogo scritto da lei? Pirrotta Risponde:”E’ una messa in scena non tradizionale dell’uomo dal fiore in bocca però c’è tutto l’atto unico, senza rinunciare ad una virgola di come l’ha scritto Pirandello, la sperimentazione, la proposta alquanto visionaria sta nella messa in scena, non ci sarà un caffè all’aperto, viene solo evocato, ci sarà una messa in scena che mette l’uomo dal fiore in bocca e l’avventore progressivamente in una situazione sempre più claustrofobica, nall’Epilogo c’è quest’immersione nel dolore quindi è molto intimo anche l’Epilogo che poi è il racconto degli ultimi 7 giorni di vita dell’uomo dal fiore in bocca che racconta questa visionarietà, dato che lui immagina di vivere altre vite perchè quest’atto unico come sapete non è uno spettacolo che parla della morte contrariamente a quanto si potrebbe pensare dato che è tratto dalla novella che s’intitola:” La Morte addosso”infatti per il teatro Pirandello non lo chiama così perchè secodo me è un testo che parla della vita più che della morte è un uomo attaccato alla vita , e lo dice, attaccato ai ricordi, io basandomi su quello che dice Pirandello mi immagino quest’uomo attaccato alla vita con questo dolore che gli artiglia le carni e le viscere e lo immagino ricordare ed immaginare mondi diversi”.