Antonio Troise
A due settimane dal voto è buio pesto sul nuovo governo. Niente di grave, per carità: la virtuosa Germania ha impiegato ben sette mesi per incoronare ancora la Merkel. C’è poco, però,da consolarsi: perché a complicare il rebus italiano non ci sono soltanto le manovre di palazzo, le tattiche di posizionamento e la resa di conti interna di questo o quel partito. A rendere più pesante la situazione è la battaglia già iniziata sul fronte economico. Ieri, è toccato agli artigiani della Cgia di Mestre, suonare l’ennesimo campanello di allarme, facendo notare che nel 2017 le tariffe di alcuni servizi pubblici essenziali, dalle ferrovie alle poste, sono tornate a crescere, riducendo ancora di più il reddito a disposizione delle famiglie. Con i portafogli a secco, pensare di rilanciare i consumi e il Pil del Paese è poco più di un’utopia.
Non basta. Fra qualche settimana il governo (se ci sarà) dovrà mettere mano al Def, il Documento di Economia e Finanza. Cominciando a chiarire dove recuperare gli oltre 30 miliardi di euro necessari nei prossimi due anni per disinnescare l’aumento dell’Iva dal 22 al 24,2%. Rincaro previsto dalla famigerata clausola di salvaguardia sottoscritta con Bruxelles e che, come hanno segnalato i commercianti, darebbe il colpo di grazia alla ripresa.
Ma la lista delle emergenze non finisce certo qui. C’è ancora da superare l’esame di Bruxelles sulla manovra economica del 2017 e, soprattutto, sull’effettivo rispetto degli impegni assunti sul fronte del deficit e del debito. Mentre, all’orizzonte, si profilano nuovi problemi per il sistema bancario: l’addendum della Bce sui cosiddetti Npl, ovvero i prestiti a rischio concessi dagli istituti di credito, potrebbero comportare un’ulteriore stretta ai finanziamenti per le imprese.
Sarà anche per questo che, negli ultimi giorni, è tornato ad aggirarsi in Europa lo spettro del “rischio Italia”. A preoccupare il nuovo asse franco-tedesco guidato da Merkel e Macron è sicuramente la vittoria delle due forze più anti-europeiste. Ma forse, il vero problema, non è di natura ideologica ma, soprattutto, economico. Lega e Cinquestelle hanno vinto promettendo al Nord la flat-tax, al Sud il reddito di cittadinanza e in tutto il Paese la cancellazione dell’odiata riforma delle pensioni firmata dalal Fornero. Tutte misure che avranno un forte impatto sui nostri conti pubblici. Ma, proprio per questo, sarebbe opportuno da parte di tutti un bagno di sano realismo, magari affrontando i problemi che gli italiani già affrontano tutti i giorni, acquistando un biglietto del treno o facendo la spesa. Le promesse e gli impegni elettorali vanno mantenuti. Ma non ci si può illudere di risolvere tutto con la bacchetta magica degli annunci o dei miracoli. Dalla Politica è lecito attendersi qualcosa di diverso, magari di più umile ma anche più concreto.
Fonte: L’Arena