B.S. ALIBERTI BORROMEO
Recentemente, il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, tramite un tweet, ha lanciato la proposta di restituire il Colosseo alla sua antica funzione di arena, con tanto di spettacoli e manifestazioni. Riprendendo l’idea dell’archeologo Diego Manacorda, docente a Roma 3 di Metodologia e tecnica della ricerca archeologica, l’Anfiteatro Flavio, con i suoi quasi duemila anni di storia e, la sua immagine famosa in tutto il mondo dovrebbe subire l’ultima e devastante,trasformazione.
Voluto dall’imperatore Vespasiano, l’anfiteatro fu inaugurato da Tito nel ’80 d.C con feste e giochi durati ben 100 giorni. La struttura era ricoperta di marmi, abbellita da statue e fregi, utilizzata fino al VI secolo per manifestazioni pubbliche e spettacoli di gladiatori; la sua funzione venne meno quando sopravvissuto ad incedi e terremoti, fu trasformato in area di sepoltura, fortezza e nel Medioevo, l’arena divenne un condominio che oltre a persone ospitava animali, merci e laboratori di artigiani. L’ uomo non fu certo clemente con suddetta struttura in quanto, durante il Rinascimento, il Colosseo fu quasi interamente “spogliato” dei bellissimi blocchi di travertino, dei marmi pregiati e delle statue che andarono ad abbellire Palazzo Venezia, Palazzo Barberini, il Porto di Ripa Grande, Palazzo della Cancelleria e altre nobili residenze del centro città tanto che, ancora oggi, a Roma, echeggia il motto “Ciò che non fecero i barbari, fecero i Barberini”; fu infatti il pontefice Urbano VIII, al secolo Maffeo Vincenzo Barberini, che affidò ad eccelsi artisti del tempo, numerosi interventi edilizi a danno di altre opere a lui pervenute quasi intatte ma ritenute “inutili” tra cui proprio il Colosseo.
Tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento, la struttura divenne luogo sacro in memoria dei martiri cristiani, ma in realtà è una credenza destituita di fondamento, solo frutto di invenzione cinematografica: nell’arena romana non avvennero mai ne crocifissioni, tanto meno martirii o persecuzioni di massa contro i cristiani.
Vero è che il teatro Flavio è stato protagonista di pellicole cinematografiche da” Vacanze Romane” a“La grande Bellezza”, ha fatto da location per spettacoli unici ad artisti quali Paul McCartney, Roberto Bolle, Andrea Bocelli e Biagio Antonacci,ma l’idea di ricoprire i sotterranei, oggi quasi totalmente scoperchiati e ridare l’area all’opera italiana più famosa al mondo deteriorerebbe e inquinerebbe non solo i materiali impiegati ma l’atmosfera storica, la magia dell’ambiente, l’evocazione del passato.
Il progetto di Manacorda ha come scopo mostrare come i visitatori vedevano e vivevano il Colosseo fino a poco più di un secolo fa e la copertura, permetterebbe anche di utilizzare la struttura bimillenaria per eventi e spettacoli di vario genere, ma con quali fondi e quale personale visto il momento drammatico che sta attraversando l’Italia intera?
La vera e unica priorità del ministro dovrebbe invece provvedere ad un rilancio delle strutture di tutela provvedendo all’assunzione di personale altamente qualificato e a nuovi investimenti nel settore altrimenti il destino dei nostri beni culturali è segnato: tale progetto sarebbe una soluzione placebo che avrà vita una sola notte con un drammatico risveglio al mattino.