tsiprasANTONIO TROISE

Le Cassandre di turno sono state smentite: per ora ha fatto più danni, sui mercati, la tempesta perfetta di neve che si sta per abbattere su New York che l’uragano politico di Tsipras in Grecia. Perfino l’alleanza del leader dell’estrema sinistra con il partito della destra nazionalista è stato assorbito senza grossi scossoni. Le Borse del Vecchio continente hanno chiuso la giornata con il segno più, l’euro ha retto, lo spread non ha subito variazioni. Ma sarebbe illusorio archiviare così la pratica Tsipras. Le incognite sono tante. Il risultato delle elezioni greche può avere, anche per l’Italia, due volti molto diversi. Il primo scenario, più ottimistico, è quello di una trattativa fra Atene e la “Troika” (Bce, Fmi e Ue) per ristrutturare il debito. Un confronto molto arduo che potrebbe dare, ai Paesi più indebitati, un grimaldello per ridiscutere le politiche dell’austerity e aprire qualche spiraglio sul fronte degli investimenti e della crescita.

Tutt’altro discorso, invece, se Tsipras dovesse decidere, fin dal primo momento, di adottare una linea radicale, chiedendo la cancellazione (totale o parziale) del debito. In questo caso, anche per Renzi, il conto potrebbe essere salato. Ad Atene, infatti, abbiamo “prestato” negli ultimi quattro anni circa 40 miliardi. Siamo al terzo posto fra i paesi creditori, dopo la Germania (60 miliardi) e la Francia (46 miliardi).  Complessivamente, la Grecia deve restituire 320 miliardi di euro. Solo una piccola cifra (poco più di 60 miliardi) è stata erogata dalle banche. Altrettanto dalla Fmi e dalla Bce. La maggior parte delle risorse arriva direttamente dalle tasche dei contribuenti. Ma non basta. L’eventuale decisione di cancellare unilateralmente il debito potrebbe avere un effetto a cascata sui titoli pubblici dei paesi più deboli, facendo lievitare i tassi di interesse: in questo caso l’Italia potrebbe essere danneggiata due volte. Se poi il neo premier greco dovesse optare per la linea ancora più radicale, quella dell’uscita dalla moneta unica, lo scenario potrebbe ulteriormente cambiare. Certo, rispetto a qualche anno fa, i rischi di contagio sono più contenuti. Ma nessuno è pronto a mettere la mano sul fuoco sulle possibili conseguenze della nuova, inevitabile, bufera finanziaria.

Un fatto è certo: l’uragano Tsipras ha già cambiato le carte in tavola. L’Europa, questa volta, non può fare finta di nulla e continuare sulla vecchia strada. Occorre mettere in campo nuove strategie in grado di dare risposte anche ai tanti cittadini (e non solo greci) spossati dall’austerity e dal rigore tout court. Senza risposte adeguate l’effetto Tsipras è solo rinviato.