Il cammino della storia è caratterizzato dalla sua diversità di percorso; tanto, per uomini, testimonianze e cose pensate e poi fatte, soprattutto, per l’importante fine del bene comune.

Per apprezzare l’umanità del fare e le significative diversità delle cose fatte, è assolutamente necessario attardarsi ad utili azioni di confronto tra le diversità umane ed il loro significativo vivere sulla Terra.

Un percorso terreno che, cammin facendo, entra ed a ragione, nelle coscienze dei giusti, per poi diventare patrimonio comune; diventa, l’inizio spesso accidentato e fortemente in salita di una strada maestra utile se non assolutamente necessaria per costruire e costruirsi il futuro, da pensare insieme, fatto di un sempre nuovo impegno comune; di nuove attese e di un’umanità d’insieme, una spinta necessaria che non può assolutamente mancare a nessuno di noi, se pensiamo di essere o di voler essere attivamente protagonisti di futuro.

Un italiano ancora sempre vivo tra noi, con le caratteristiche, così come richiamate, è Sandro Pertini; è ancora, per il suo grande spirito umanitario e libertario, a 26 anni dalla sua morte, il Presidente di tutti gli italiani; è il Presidente non solo di quelli che l’hanno conosciuto ed amato in vita, ma anche dei tanti italiani che, giovani e/o ancora ai tempi di Pertini, non parte viva del consesso umano della gente italica, hanno imparato e presto, ad amarlo; a volergli bene, come uno di loro.

Tanto, attraverso il suo pensiero, le sue testimonianze, i suoi esempi, il suo coinvolgente fare umanitario e libertario, una caratteristica di Pertini uomo che non lo ha lasciato mai e che è diventata l’espressione simbolica ed umanamente alta di un mondo umano ricco di valori di umanità e di libertà affidata e trasmessa, da Padre della Patria, in eredità agli italiani e come tale, oggi patrimonio italiano che, nonostante le amarezze del momento, nessuno e niente mai potrà toglierci, in quanto va ben oltre la materialità delle cose umane contingenti ed è dentro ciascuno di noi, in quanto “ESSERE”; in quanto custodi degli insostituibili valori dell’”ESSERE”.

Sandro Pertini è l’intelligente passato italiano che si rinnova e che, pur conservandosi e mantenendosi con le stesse caratteristiche di una volta, nel suo divenire, diventa presente e quindi forza d’insieme; un insieme umano, assolutamente necessario per il futuro italiano; un futuro italiano fatto soprattutto di vita e di sacrifici che va pensato insieme, pensando con la necessaria umanità a Sandro Pertini, un Padre della Patria in cui sono ancora tanti a riconoscersi, ricordandolo come uno di loro; come il Presidente italiano “buono”, affettuosamente amico di tutti gli italiani.

Sandro Pertini, già eroico combattente nella prima guerra mondiale, rappresenta il meglio dell’Italia; dell’Italia socialista per la quale lottò, subendo varie condanne.

Nel 1926 con l’avvento del regime fascista fu costretto ad espatriare in Francia; rientrò l’anno successivo e fu poi arrestato.

Tra carcere e confino scontò ben 15 anni; sarà rilasciato nel 1943, prendendo poi parte attiva alla Resistenza a Roma ed a Firenze. Lo vediamo in primo piano nell’insurrezione del 1945.

Un italiano che ha dato tanto sacrificandosi, all’Italia; tanto, con un fare indifferente dei gravi rischi a cui era costretto ad andare incontro. Sfidava, con il coraggio e l’orgoglio italiano, tutto e tutti.

Una figura, quella di Pertini, non solo storicamente importante e di primo piano, per tutto quello che ha fatto per l’Italia, ma anche e soprattutto, eroicamente proiettata nel futuro italiano; un futuro italiano, oggi più che mai, necessariamente nuovo e che va saggiamente pensato, come insieme italiano, guardando al passato.

Guardando, ad un passato della memoria di cui abbiamo tanto bisogno e che può ridarci la dignità italiana da troppo tempo perduta; tanto, guardando agli uomini, ai saggi uomini italiani ed alle tante testimonianze di quello che siamo stati e che dobbiamo contribuire a riprenderci per il futuro italiano che proprio non può essere immaginato avendo a riferimento la mediocrità ed il nanismo umano e culturale di cui soffre l’Italia di oggi; un’Italia purtroppo confusamente aperta al mondo del Terzo Millennio e ad una globalizzazione umana che, se non si sa vivere, fa tanto male all’uomo di un tempo presente confuso creando per questa condizione, un agire ostinatamente contro, degli uni contro gli altri, sempre più distruttivamente perdente per tutti in Italia, in Europa, in Occidente e per l’intera universalità umana spinta verso mondi sconosciuti, dalle attese di un mondo nuovo; tanto, sperando, tanto credendoci, come diritto dell’uomo della Terra che vorrebbe poter vivere nel rispetto dell’uomo e del sogno di un mondo nuovo con, prima di tutto, la PACE ed i valori dell’universalità socialista con alla base un umanesimo senza confini ed un sogno di libertà per tutti; tanto, unitamente alla giustizia sociale, patrimonio di saggia comune umanità per tutti gli uomini della Terra.

Questo è il mondo italiano caro a Sandro Pertini; lo ritroviamo, come esempio di vita, in tutto quello che ha fatto, credendoci e sacrificando sempre, tutto di se stesso.

Questo mondo è, oggi, parte della nostra storia; una storia che, molto spesso, nel raccontare per raccontarsi, diventa tra l’altro, leggenda; una storia italiana con i testimoni che l’hanno vissuta e ne sono stati protagonisti, assolutamente da non dimenticare; una storia che rappresenta il meglio dell’Italia e degli italiani, da custodire e con sacrale rispetto da affidare saggiamente alla memoria, affinché niente e nessuno pensi nanisticamente di poterla dimenticare e/o peggio ancora, di poterla cancellare.

Sapere di Sandro Pertini, Direttore dell’”Avanti”, di Costituente, padre della Patria, di Senatore nel 1948, di parlamentare eletto in più legislature, di Presidente della Camera nel 1968, della medaglia d’oro nel 1953, per la sua attività partigiana, è un importante arricchimento per tutti; per tutti noi italiani che, se non pensiamo di suicidarci, possiamo a cuor leggero ed inopportunamente dimenticarci anche di Pertini, dimenticando l’importanza di tutto quanto ha saggiamente fatto per l’Italia e per gli italiani.

Come sintesi del suo impegno italiano c’è, prima di tutto, il settennato della Presidenza della Repubblica. Un settennato dell’Italia democratica, proiettata nel futuro possibile, di rilevante importanza per costruire nel nostro Paese, percorsi di nuova umanità; di una umanità socialista, fatta soprattutto, di umanità del mondo del lavoro, così come nel DNA del Partito Socialista Italiano, nato a Genova nel 1892, un Partito della gente e per la gente, dal volto umano e fortemente attento e sensibile ai valori ed ai problemi del cittadino; del cittadino italiano socialista – libertario e dal volto umano, oggi più che mai, utile all’Italia ed al mondo.

Per la prima volta, un socialista, Bettino Craxi, viene chiamato da Pertini a formare il Governo e così in Italia, oltre a respirare aria socialista al Quirinale, si respira anche al Viminale, nel Palazzo del Governo, a guida socialista; tanto, è il frutto di una svolta, con un nuovo percorso italiano di una grande svolta politica, con il PCI, insieme ai socialisti, al Governo del Paese; siamo ad una politica del nuovo corso, salutata con entusiasmo dall’Italia, come umanamente, socialmente e politicamente utile ed opportuna per una nuova Italia, ispirata ai grandi ideali umanitari e liberari del socialismo dal volto umano.

Alcuni momenti della condizione umana vanno ben oltre i confini del nostro pensiero e della nostra mente; sono i momenti dell’anima che, una volta fatti propri, poi non ti lasciano più.

Tale è il valore universalmente condivisibile del socialismo per l’uomo, con le sue sagge caratteristiche umanitarie e libertarie; serve all’uomo della Terra, come forza di dentro che ti rende protagonista coraggioso e capace, tra l’altro, di dedicarsi agli altri della Terra, lottando per un bene d’insieme che va molto al di là dei limiti umani imposti all’uomo della Terra, da false ideologie, da fanatismi fondamentalistici e da un fare contro che sa negativamente vedere nell’altro, non un uomo con cui condividere la propria vita, ma un nemico da combattere; da vincere, da sottomettere ed eventualmente anche da uccidere, in quanto persona scomoda al disumano vivere su questa nostra Terra, sempre più ammalata di UOMO che molto spesso, si fa male, facendo, tra l’altro, anche male agli altri.

Che fare per cambiare? La strada umanamente possibile è nel nuovo corso socialista, con alla base la saggezza dell’umanità d’insieme e delle attese di libertà.

È l’alternativa al niente esistenziale; è il cammino giusto per un mondo nuovo di cui ha tanto, ma tanto bisogno il nostro Paese con, tra l’altro, una grave crisi di rapporti umani fortemente inquinati da un falso miracolo economico italiano con alla base un capitalismo sempre più costituito dalla forte contraddizione tra lo sviluppo delle forze produttive e la rapidità dei rapporti di produzione.

In questi scenari in crescente mutazione, l’Italia Repubblicana ha avuto il suo astro nascente in Sandro Pertini che, dopo le sue tante disumane sofferenze per il bene dell’Italia, dal suo Paese, nella veste di Padre della Patria, viene intelligentemente considerato l’italiano del “nuovo italiano”; l’italiano del nuovo corso italiano che, anche politicamente, poteva mettere finalmente ordine al disordine italiano.

Nel 1978 viene eletto Presidente della Repubblica italiana; un settennato, fino al 1985 che esalta la figura del ruolo di un Presidente che sa parlare a tutti gli italiani.

Sandro Pertini, nella storia repubblicana del nostro Paese, è stato l’ultimo dei politici italiani che ha saputo parlare davvero ai giovani.

Per gli italiani e l’Italia del Terzo Millennio, un Paese, purtroppo, confuso e dalla politica sempre più malapolitica, è un saggio bene dell’anima ricordare, a 26 anni dalla morte (24 febbraio 1990) Sandro Pertini.

È un bene ricordare gli anni del suo settennato di presidenza (1978 – 1985), con tutto quanto fatto e con tutti gli esempi e le testimonianze da Presidente degli italiani, nel ruolo instancabile di Padre della Patria.

Tutto del Pertini italiano è nei suoi libri, un raccontare per raccontarsi al fine di cambiare politicamente e culturalmente l’umanità italiana che, prima di tutto, ieri come oggi, ha bisogno di saggezza e di umanità del fare.

Suggerisco, come assolutamente opportuno, la lettura dei libri scritti da Sandro Pertini (La politica delle mani pulite; Gli uomini per essere liberi; Discorsi parlamentari).

Leggendoli, danno a tutti noi un bene dell’anima e ci offrono la saggia opportunità del “dove siamo” e soprattutto del “che cosa fare” con urgente saggezza, per salvarci e salvare l’Italia e per evitare che, i sacrifici dei tanti italiani onesti, dei tanti italiani, come Pertini, che hanno dato tutto all’Italia, vengano cancellati e per sempre, riportando il nostro Paese all’indietro ed in condizioni tristi, da futuro negato.

Voglio concludere questo mio dire a e su Sandro Pertini, inventandomi, un’intervista socialista, con domande non inventate, ma parte viva di quel pensiero pertiniano, che lo accompagnava in tutte le diverse situazioni, nel suo lungo viaggio umano e politico da Presidente degli italiani e non solo, per manifestare, con le testimonianze del pensiero vigile, il suo impegno e la sua umana vicinanza al popolo italiano, verso cui nutriva un grande ed incondizionato amore di uomo, di politico e di socialista umanitario e libertario.

In prima battuta, in questa intervista inventata gli chiederei, da italiano, come tanti inopportunamente orfani di ideali e di politica per la gente, che fare? Che fare, per salvare l’Italia dallo sfascio in cui, in così poco tempo (1978-1985), è stata ridotta la povera Italia nostra. Gli chiederei con grande orgoglio italiano, i “saggi” suggerimenti umani e politici per un nuovo mondo italiano, recuperando per questo nobile fine, quell’italianità che può restituire oggi agli italiani le giuste regole ed i giusti comportamenti umani e politici, per guardare con serenità al futuro italiano.

Vuole essere, un’intervista della memoria al caro “Sandro” italiano, l’amico leale di tutti gli italiani; tanto, partendo dalle cose già dette da Pertini in vita, agli italiani; sono messaggi-testimonianze da non dimenticare; in sé, rappresentano il testamento pertiniano di amorosi sensi con gli italiani.

Richiamarli alla memoria è grandemente utile per tutti gli italiani; è utile per aiutarci a costruire il rispetto italiano degli uni per gli altri.

Un rispetto italiano che non c’è perché c’è una diffusa indifferenza italiana per gli altri italiani ed un’altrettanta e crescente indifferenza per l’insieme italiano e per la partecipazione attiva di tutti, al fine di costruire insieme, un nuovo mondo italiano.

Un mondo italiano che, conoscendoti, credo, anche tu caro Sandro Pertini, consideri ancora possibile sempre che sappiamo saggiamente rapportarci al nostro passato; al passato della memoria di cui, tra i tanti “saggi” e “giusti” d’Italia, fai parte anche tu, nobile e coraggioso italiano, assolutamente da non dimenticare.

Caro Sandro Pertini, il tuo socialismo umanitario e libertario è, di diritto, la parte nobile del ricco patrimonio umano delle azioni e del pensiero italiano.

Oggi più che mai, serve all’Italia che deve saper riprendere il cammino interrotto; tanto, per un fare assolutamente attento al proprio futuro. Per questo fine, è grave dimenticare e/o cancellare il passato, un patrimonio italiano della memoria che deve appartenerci, rendendolo dinamicamente vivo; tanto, per costruire quel futuro d’insieme, purtroppo e sempre più, in grande affanno e che si fa fatica a metterlo insieme, per la mancanza diffusa di una rinnovata, buona e saggia umanità italiana; per la mancanza italiana di una buona politica per l’Italia e per la sua gente, sempre più tradita ed orfana di certezze politicamente dovute, soprattutto ai giovani, disperatamente soli che, giorno dopo giorno, mentre la popolazione invecchia e si prepara ad una crisi demografica, la più grave del mondo, vedono cancellarsi il futuro, cancellando, così facendo, l’Italia; la bella ed amata nostra Italia, per la quale, tanti di voi del passato, altro che “inciuci”, hanno sacrificato tutto, compresa la vita, per garantire un futuro di libertà, di umanità, di socialità che oggi, per nanismo umano, culturale e politico, proprio non appartiene più alla nostra “bella Italia”, purtroppo, disumanamente tradita da una condizione umana fortemente ammalata di mediocrità.

Caro Sandro Pertini, mi devo avviare alla conclusione, anche se ben volentieri gradirei, da giornalista, sociologo, scrittore e soprattutto da “italiano tradito”, continuare a dialogare e dialogando a parlare, con il mio e del mio Presidente. Con l’amico socialista Sandro Pertini, il Presidente di tutti gli italiani di ieri, di oggi e del futuro italiano che, grazie ai suoi insegnamenti, si riprenderà e diventerà come merita e così com’è necessario, un grande futuro italiano.

Caro Pertini devo ricordare all’Italia che, tra le altre tue tante virtù di Presidente degli italiani, sei stato anzi sei l’ultimo dei politici italiani che ha saputo parlare ai giovani italiani, trasmettendo quel fare virtuoso e quel saggio pensare di un cammino d’insieme che hai visto sempre necessario per costruire il futuro italiano.

Perché parlare di Pertini? Perché dialogare con Sandro Pertini, il Presidente di tutti gli italiani?

Ripercorrere ancora oggi le tappe della vita di Sandro Pertini equivale a leggere intelligentemente uno dei più importanti capitoli della storia italiana.

L’ho fatto, cercando e scoprendo il meglio di Sandro Pertini. L’ho fatto dialogando con il mio Presidente; con il Presidente di tutti gli italiani, alternandomi nel diverso ruolo di italiano politicamente corretto, di giornalista, attento alla comunicazione autentica, di sociologo analista dei gravi mali d’Italia a 26 anni dalla sua morte, di saggista-scrittore, con un coinvolgente fare narrante, al fine di raccontare “cose utili” dell’Italia che fu e che deve tornare assolutamente ad esserci, per un nuovo mondo italiano, in un insieme di universalità umana in cammino che dovrà cambiare il futuro del mondo e che ha bisogno delle necessarie certezze da parte di tutti gli uomini della Terra, nessuno escluso.

La parola fine a questo mio scritto, ripercorrendo fatti ed eventi importanti riguardanti la vita di Sandro Pertini, un italiano vero, l’affido al mio Presidente. L’affido a Sandro Pertini che, con la sua saggezza di sempre, vuole parlarci; vuole parlare all’Italia ed agli italiani, invitandoli, prima di tutto, ad essere “saggi” e “giusti” e a non dimenticare l’importanza della memoria che può essere di aiuto, attraverso il ricordo, a superare le difficoltà di momenti difficili e confusamente tristi.

Nel salutare con l’affetto che merita Sandro Pertini, richiamo all’attenzione degli italiani alcune sue importanti frasi rivolte agli italiani ed all’Italia che tanto amava; che tanto voleva bene.

Le riporto, a testimonianza di un passato che, è bene non dimenticare.

Al centro di questo passato c’è Sandro Pertini che, da italiano ed ancora oltre, da cittadino del mondo, ha lasciato una grande eredità di pensiero, tra l’altro, velocemente percorribile, in queste poche frasi che, in sé rappresentano, la saggia umanità pertiniana, da riportare alla memoria, per costruire un insieme italiano nuovo, con al primo posto l’umanità e l’amore per la libertà, valori che Pertini ci ha insegnato ad amare, per il nostro bene e per il bene del mondo; degli uomini di tutto il mondo, a cui, prima di tutto, è dovuto il diritto della libertà.

Pertini ha detto e ci ha lasciati in eredità:

  • NELLA VITA a volte è necessario saper lottare , non solo senza paura, ma anche senza speranza.

  • IL MODO MIGLIORE di pensare ai morti è pensare ai vivi.

  • DA NOI DEVE PARTIRE L’ESEMPIO di attaccamento agli istituti democratici e soprattutto l’esempio di onestà e di rettitudine. Perché il popolo italiano ha sete di onestà. In questo dobbiamo essere intransigenti prima verso noi stessi, se vogliamo poi esserlo verso gli altri. Non dimentichiamo che la corruzione è nemica della libertà.

  • IO ERO PACIFISTA ma andai volontario in guerra (la prima guerra mondiale) perché se a combattere devono andare i figli degli operai e dei contadini, devo andarci anche io.

  • Coerenza è comportarsi come si è e non come si è deciso di essere.

  • Quando un Governo non fa ciò che vuole il popolo, va cacciato via anche con mazze e pietre. (Sandro Pertini – Il Presidente);

  • Ai giovani, non sermoni ma esempi di onestà.

Giuseppe Lembo