Un duro colpo al patrimonio riconducibile al boss latitante Matteo Messina Denaro e alla famiglia mafiosa di Castelvetrano e’ stato inferto dai Carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Trapani, che dato esecuzione alla confisca di un ulteriore immobile per un valore complessivo di circa 1,2 milioni di euro. Il provvedimento, emesso dal tribunale di Trapani, completa un percorso investigativo che, dopo aver portato all’arresto di esponenti di spicco della cosca, aveva contestualmente individuato un ingente patrimonio accumulato dal clan, comprendente aziende olearie, attivita’ commerciali, abitazioni, terreni e numerosi rapporti bancari. L’attivita’ si concluse nell’ottobre del 2013 con il sequestro di beni per un valore di 38 milioni di euro nell’ambito dell’operazione “Campus Belli”. In tale ambito le indagini avevano documentato gli assetti e le attivita’ criminali della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara, storicamente tra le piu’ attive del mandamento di Castelvetrano (TP), della quale erano state accertate la composizione organica e le dinamiche interne, con particolare riferimento alla conflittualita’ tra gli schieramenti riconducibili rispettivamente a Leonardo Bonafede e Francesco Luppino. Era emerso come Luppino, forte del sostegno ricevuto da Matteo Messina Denaro, avesse cercato di ampliare il proprio potere all’interno della organizzazione criminale, con l’obiettivo di contendere a Bonafede la leadership della famiglia campobellese.