Il lupo perde il pelo ma non il vizio all’Assemblea siciliana, dove negli uffici di alcuni gruppi parlamentari rispuntano le “colf”. Nonostante il clamore che quattro anni fa suscito’ la scelta di alcuni deputati di inquadrare i propri ‘portaborse’ con contratti di collaboratore domestico, gli inquilini di Palazzo dei Normanni sono stati ancora una volta beccati con le mani nella marmellata. Sono almeno una ventina, secondo quanto filtra dal Palazzo, i portaborse assunti all’inizio di questa legislatura con contratti da “colf”, che secondo i sindacati dei servizi non possono essere applicati per chi svolge mansioni amministrative. Un’escamotage usato dai parlamentari per pagare meno oneri previdenziali che non e’ sfuggito alla Corte dei conti che ha gia’ ascoltato in adunanza pubblica i capigruppo dell’Ars senza pero’ entrare nel merito della tipologia contrattuale applicata ai 162 collaboratori, tra cui i cosiddetti “D6” assunti dai deputati grazie a una norma, contenuta nella legge di recepimento del decreto Monti sulla spending review approvata quattro anni fa, scattata all’inizio di quest’anno.