di SIMONA D’ALBORA
L’episodio più eclatante avvenne il 4 marzo del 2013: metà palazzo della Riviera di Chiaia, in seguito a infiltrazioni d’acqua dal sottosuolo crollò, fu un vero miracolo che non ci furono né morti né feriti. Il palazzo è ancora lì, sventrato, simbolo di una città che si decompone. Poi via Toledo, 5 luglio 2014, Salvatore Giordano viene colpito a morte da un calcinaccio sotto la galleria Umberto I di Napoli, ma quasi ogni giorno ormai i palazzi di Napoli sembrano sbriciolarsi sotto gli occhi dei passanti. Gli ultimi due casi: domenica cade un pezzo di cornicione a Santa Lucia, tanto spavento ma nessuna vittima per fortuna, e ieri a via Chiaia una donna è rimasta ferita a un piede, colpita da un cornicione di un palazzo.
Una città che ormai dai palazzi alle strade sembra disintegrarsi a poco a poco sotto gli occhi di chi, attraversandola, non sa se guardare in alto per scansare un cornicione o in basso per evitare di cadere in una buca. Nei giorni scorsi, le piogge violente che si sono abbattute sulla città hanno peggiorato la situazione, gli interventi dei vigili si moltiplicano in ogni parte della città e sembra non esserci alcuna soluzione. Anche se la situazione ormai è grave in molte città italiane : “La pioggia è un motivo di preoccupazione – dichiara Gianvito Graziano, presidente nazionale dell’Ordine dei Geologi – ma non possiamo pensare che sia solo la pioggia a creare questo problema, le condizioni meteorologiche possono sicuramente accelerare dei processi, ma attenzione a individuare in loro l’unico vero pericolo”
L’Ordine dei geologi collaborò con altri Ordini professionali per individuare uno strumento di prevenzione e chiese al Governo di introdurre il fascicolo del fabbricato, in cosa consiste e che fine ha fatto?
“Sì, partendo da presupposto che in Italia la prima vera legge sismica arrivò negli anni ’70, sentimmo l’esigenza di recuperare quel vuoto precedente e proponemmo di fare un libretto sullo stato di salute di ogni fabbricato, privato o pubblico, come scuole o ospedali. Si tratta di una sorta di libretto sanitario che avrebbe permesso di valutare le reali condizioni sismiche, statiche, strutturali, geologiche e impiantistiche dell’immenso patrimonio immobiliare italiano, insomma, uno strumento utile anche per chi deve comprare una casa e comunque indispensabile per intervenire anche su quegli edifici pubblici come scuole e ospedali. Ma alla fine prevalsero altri interessi, i parlamentari erano contrari, la loro risposta fu che non si potevano caricare i cittadini di nuovi oneri, proponemmo allora di iniziare dai fabbricati pubblici, per continuare poi con gli edifici che precedenti alle normative antisismiche, ma anche qui prevalsero altri interessi.”
Esiste qualche Comune che prese in considerazione l’idea?
“Il comune di Roma fece un tentativo con una delibera di Giunta per introdurre il fascicolo del fabbricato,ma tutto si arenò, perché la delibera fu impugnata e accadde la stessa cosa in Puglia”
Nel resto del mondo, come si comportano?
“Esistono normative sismiche in Usa che vanno in questa direzione, addirittura in alcuni stati, come ad esempio la California, esiste l’obbligo di apporre un cartello fuori agli edifici pubblici che indichi lo stato dell’edificio. Io credo sia un atto di civiltà”