In un’intervista a Repubblica il padre di Daniele De Santis, l’ultra della Roma accusato di aver ucciso Ciro Esposito, difende il figlio. Il senso è: “Rispettiamo il dolore dei parenti di Ciro, ma Daniele non è un mostro e finalmente si parla di legittima difesa. Siamo distrutti. Ogni giorno la situazione cambia e non sappiamo più cosa aspettarci ». A segnare una svolta è la perizia del Ris che potrebbe spingere i magistrati a rivedere la ricostruzione dei fatti del 3 maggio. “Ha una ferita in fronte – racconta il padre – Gliel’hanno fatta con il calcio di una pistola. Vogliamo sapere cos’è successo veramente».
E i testimoni? “Uno ha già detto che furono i napoletani ad aggredirlo. E spero che ce ne siano altri. Ripeto, Daniele non è un orco e ci addolora che si sia detto che voleva aggredire donne e bambini. Impossibile. E poi che razza di agguato sarebbe? Era a casa sua e i testimoni dicono che è uscito da solo, che cinque minuti prima stava mangiando un panino e che era a volto scoperto. Uno che pensa a un agguato non si comporta così, per di più accanto ai carabinieri (la caserma Salvo D’Acquisto è a meno di un chilometro, ndr ). E poi, se avesse voluto sparare a qualcuno, perché non avrebbe dovuto farlo subito? Daniele invece è scappato, cercando di chiudersi il cancello del centro sportivo alle spalle. Poi lo hanno massacrato ».