All’indomani dell’inchiesta della Procura di Roma in cui sono coinvolti e indagati il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e il suo ex capo segreteria, nonché fedelissimo, Nello Mastursi, l’obiettivo del Pd campano, non apertamente dichiarato eppure evidente, è riuscire a pesare diversamente nelle strategie del governatore, da sempre allergico alle direttive di partito e molto più orientato a ragionare da uomo solo al comando. Il segretario regionale Assunta Tartaglione ha azzerato gli incarichi interni, cominciando da quello del suo vice, con delega all’organizzazione, Mastursi, e punta ora a un ufficio meno nutrito – da diciotto dirigenti si passerebbe a sette o otto – e basato su scelte di assoluto rilievo. Non più, cioè, figure di secondo piano in rappresentanza degli uomini di punta del partito (come era del resto lo stesso Mastursi che del suo operato rispondeva a De Luca più che a Tartaglione), ma esponenti qualificati, d irettamente i capicorrente oppure nomi che comunque vivano di luce propria.