I 28 attivisti di Greenpeace, compreso l’italiano Cristian D’Alessandro, arrestati per aver cercato di abbordare una piattaforma petrolifera non sono più accusati di “pirateria”, ma di “teppismo”. Lo riferiscono i media russi dando conto della decisione del Comitato investigativo federale. Il nuovo capo di imputazione sforbicia le possibili conseguenze penali per gli attivisti: da un massimo di 15 anni di reclusione, si legge sulla Ria Novosti, si passa a una possibile detenzione fino a sette anni. La causa dei 28, cui vanno aggiunti due giornalisti free-press, è stata per Mosca motivo di una crescente pressione internazionale. Il 19 settembre i militanti ecologisti avevano tentato di abbordare la piattaforma per denunciare i presunti danni all’ambiente creati dalle trivellazioni condotte nell’Artico dalla Gazprom. La barca su cui viaggiavano è stata prontamente sequestrata e i 30, arrestati.