“Se la nostra proposta diventasse Legge domani una parte di cittadini delle regioni del Nord e tantissimi cittadini delle regioni del mezzogiorno avrebbero un risparmio annuo che va dai 500 € ad oltre 1.000 – ha dichiarato l’assessore Enrico Panini – Siamo felici di far parte del Comitato promotore per l’importanza della scelta di presentare il Progetto di Legge di Iniziativa popolare “RCA Auto, tariffa Italia” e perché il Comune di Napoli da tempo ha denunciato gli abusi tariffari delle compagnie di assicurazione, ha sensibilizzato l’ANCI nazionale sul tema, ha informato gli altri Comuni ottenendo riscontri positivi fra i quali segnalo l’adesione convinta del Sindaco di Palermo, nonché Presidente Anci Regionale Sicilia, Leoluca Orlando. Inoltre, abbiamo in campo una tariffa assicurativa agevolata per i cittadini in regola con il pagamento delle tasse cittadine.
Tre i punti rilevanti dell’iniziativa:
1) abbiamo scritto “tariffa Italia”, cioè mettiamo in campo il principio costituzionale di un’Italia unica ed indivisibile. Ovvero a parità di sinistrosità o di virtuosità non ci possono essere tariffe diversificate su base territoriale;
2) tuteliamo il reddito dei cittadini perché l’applicazione di un principio di giustizia sociale consentirebbe un risparmio molto consistente per tanti nuclei familiari;
3) combattiamo l’illegalità, perché il pretestuoso caro-assicurazione sta facendo lievitare il numero di coloro che viaggiano senza assicurazione, che esibiscono tagliandi falsi, che scappano dopo un incidente. Con danni facilmente immaginabili.
Infine, aver scelto di raccogliere firme a sostegno del Progetto di Legge rappresenta una pratica democratica importante, mette in campo partecipazione e condivisione partecipata.
Noi metteremo a disposizione la struttura comunale a sostegno di una battaglia di civiltà, confortati anche da un voto unanime dell’intero Consiglio comunale della città che è coerente con il Progetto depositato oggi in Cassazione”.
Ma le compagnie non ci stanno.
”Invece di sostenere misure improponibili dal chiaro sapore elettorale, occorrerebbe affrontare le vere ragioni che tengono alti i prezzi della Rc auto in alcune province del sud”. E’ il commento dell’Ania, l’Associazione delle imprese assicurative, in relazione alla proposta oggi avanzata, tra gli altri, dal Comune di Napoli per ridurre i premi assicurativi degli automobilisti virtuosi. Secondo questa proposta, rileva Ania, ”gli assicurati che per cinque anni non hanno causato incidenti dovrebbero pagare il premio piu’ basso a livello nazionale per la corrispondente classe di merito e non un premio differenziato per provincia di appartenenza, come oggi avviene sulla base della diversa incidentalita’ effettiva riscontrata nelle varie zone geografiche”.
La proposta, sostiene Ania, ”oltre a essere illegittima perche’ contraria alle Direttive comunitarie che vietano di imporre alle compagnie condizioni di prezzo di qualunque tipo, e’ anche tecnicamente insostenibile: stabilire infatti a favore degli assicurati che non hanno causato sinistri negli ultimi cinque anni un prezzo unico per tutto il territorio e parametrato al livello di tariffa piu’ basso farebbe saltare il meccanismo mutualistico su cui si fonda l’assicurazione”. Infatti, sottolinea l’associazione, ”gli assicurati che avessero causato anche un solo sinistro nei cinque anni sarebbero costretti a pagare premi insostenibili, vicini al costo del danno provocato. Per evitare questa assurda conseguenza, le compagnie per coprire il disavanzo che si realizzerebbe a causa della soluzione proposta sarebbero costrette a stabilire una tariffa unica piu’ elevata colpendo con aumenti ingiusti e rilevanti le comunita’ di automobilisti piu’ virtuose”.
Il rischio assicurativo, rileva l’Ania, ”non e’ uguale dappertutto. Per ragioni che i proponenti dovrebbero conoscere, gli automobilisti napoletani, anche quelli ‘virtuosi’, hanno una maggiore propensione a causare incidenti. Secondo l’ultima rilevazione dell’Associazione la frequenza sinistri di quanti sono collocati nella prima classe di bonus-malus a Napoli si attestava nel 2012 all’8,10% a fronte della media nazionale del 5,63%”. Queste differenze di rischiosita’ territoriale, sottolinea ancora l’associazione, ”fanno si’ che i prezzi della Rc auto non possono essere uguali, altrimenti si realizzerebbe un’ ingiustizia, poiche’ le comunita’ di cittadini meno rischiose sarebbero costrette a sussidiare le comunita’ piu’ rischiose. I sindaci delle comunita’ piu’ virtuose potrebbero non essere d’accordo”.
Invece di proporre, appunto, scorciatoie legislative, l’Ente locale partenopeo, sostiene l’Ania, ”potrebbe collaborare piu’ attivamente con la magistratura per ridurre il numero abnorme di frodi automobilistiche nella provincia campana, tra le principali cause delle differenze tariffarie con il resto d’Italia. Oppure operare per una migliore manutenzione delle strade visto che dalle rilevazioni dell’Osservatorio Ania per la sicurezza stradale risulta un numero elevato di punti pericolosi (ben 149) responsabili di incidenti. O, infine, contrastare con maggiore decisione il fenomeno, anch’esso grave nella provincia napoletana, degli automobilisti privi di copertura assicurativa (o con contrassegni falsi) i cui incidenti sono indennizzati dal Fondo vittime della strada, con contributi a carico di tutti gli assicurati”