Il sindaco di Capri, Gianni De Martino, si dice allibito e smentisce i contenuti di un’intervista pubblicata su un quotidiano nazionale. Ha fatto anche di più, ha aggredito verbalmente il giornalista che l’ha scritta. Esiste però una registrazione della conversazione fra il sindaco e il giornalista che conferma, parola per parola, tutto il contenuto. In particolare la frase che ha allarmato il sindaco di Ischia alimentando una polemica. E cioè, che ci sono “territori pronti ad accogliere i profughi” e che “è arrivata una richiesta da un albergo di Ischia pronto ad ospitare 100 profughi”. Il doppio di quelli che dovrebbero arrivare a Capri.
Quanto alle accuse di razzismo, De Martino dice esplicitamente nell’intervista che l’Isola non solo non è razzista ma che ha accolto molti immigrati. E, allora? Perchè si dice allibito? E che cosa smentisce?
La verità è che un sindaco che afferma
- 35 euro di diaria al giorno non sono sufficienti a vivere a Capri
- ci potrebbe essere un danno di immagine
- c’è un albergo a Ischia pronto a ospitare 100 profughi
non dà certo l’impressione di voler spalancare le porte agli immigrati. Anzi, sembra confermare l’intenzione, descritta nel titolo dell’articolo (ed effettivamente, quella sì, mai dichiarata esplicitamente) di voler “dirottare” in altre località i profughi. Cosa, per carità, comprensibile. A patto, ovviamente, di non urlare smentite che non smentiscono.
Ecco, comunque, il testo dell’intervista.
“Ma come si può pensare di vivere a Capri con l’indennità di 35 euro al giorno. Un conto è fare la spesa qui, un altro farla in una piccola cittadina di periferia”. Gianni De Martino, ingegnere, da due anni e mezzo sindaco di Capri, non nasconde le sue perplessità. Anche se non vuole chiudere le porte in faccia alle richieste del Prefetto di Napoli. “Non siamo razzisti”.
Capri come Capalbio?
“Temiamo soprattutto l’effetto mediatico. In fondo, dobbiamo ospitare 45 persone. Mentre, sui giornali, passerà l’idea di un’isola presa d’assalto dai barconi”.
Però, un danno di immagine ci sarà?
“La preoccupazione c’è. E’ inutile nasconderlo. Ma dobbiamo essere in grado di gestire anche questa situazione. Ci sono immobili dismessi, aree demaniali. C’è perfino del patrimonio privato che può essere coinvolto. Vedremo quello che si può fare”.
Sia sincero: ma davvero è immaginabile che Capri possa diventare l’isola dei profughi?
“E’ proprio quello che dobbiamo evitare che accada. Ma le dirò anche che ci sono altri territori disponibili ad accogliere gli immigrati. Perfino da Ischia, ad esempio, è arrivata l’offerta da parte di un albergo a ospitare 100 persone. In fondo, un incasso di 3500 euro al giorno può far gola…”
Certo, non a Capri?
“Si, è vero. Ma siamo anche abituati a dare ospitalità. Ci sono colonie di cingalesi, ucraini e polacchi che lavorano e sono integrati nel tessuto sociale. In passato abbiamo dato anche ospitalità ai profughi di Chernobyl. Possiamo farcela”.