di LAURA BERCIOUX
La tragedia dell’esplosione dei vulcanelli in Sicilia ha scosso fortemente l’opinione pubblica. Ieri sono morti due bambini di 7 e 9 anni: il padre, Rosario Mulone,ha fatto di tutto per salvarli ma non c’è stato nulla da fare, il fango li ha trascinati via. Domani i funerali delle giovani vite e sul luogo del disastro, fiori e peluches per ricordare i bambini. Ora Maccalube di Aragona è chiuso, non si potranno fare le visite o andare in gita. Legambiente e l’Assessorato al Territorio in Sicilia fanno a scarica barile sulle responsabilità e l’assenza di monitoraggio. Resta comunque un fatto: due morti, due bambini. Cosa sono i vulcanelli? Qual è dunque la loro pericolosità? Cerchiamo di capire meglio il fenomeno con il dott. Giorgio Capasso primo ricercatore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Palermo.
Capasso, cosa sono i vulcanelli e se sono fenomeni prevedibili?
“Le Maccalube di Aragona appartengono alle manifestazioni di vulcanismo sedimentario, così definito per analogia morfologica con quello vulcanico classico, e consiste nella venuta a giorno di gas naturali che trasportando acqua ed argilla, formano in superficie caratteristici vulcanetti (o vulcanelli) di fango, di altezza variabile. Le Maccalube di Aragona occasionalmente sono state interessate da eventi parossistici, caratterizzati da violente esplosioni di gas e fango, localmente chiamati “ribaltamenti”.La prevedibilità di qualsiasi evento naturale passa necessariamente attraverso uno studio approfondito del fenomeno ed una migliore comprensione delle sue dinamiche e delle conseguenze che quel certo tipo di fenomeno può avere nelle attività sociali”.
Ci sono altri vulcanelli come quelli di Macalube in Sicilia?
“In Italia, tali manifestazioni sono diffuse in particolare nei depositi argillosi dell’Appennino settentrionale: le più note sono quelle di Nirano. In Sicilia, le aree con i vulcani di fango si possono trovare ,oltre che ad Aragona, a S.Barbara vicino Caltanissetta, a Monte Bissani nei pressi di Cattolica Eraclea, alla Miniera di Floristella tra Enna e Valguarnera e nei pressi di Paternò (Catania)”.
Intanto c’è assenza di monitoraggio scientifico, perché?
“L’INGV ha studiato in passato queste manifestazioni in Sicilia nell’ambito di attività di ricerca. Altra cosa sono le attività di monitoraggio che hanno bisogno di studi preliminari multidisciplinari e di apposite strategie mirate sul fenomeno che si vuole osservare”.
Bisogna dunque vigilare al fenomeno dei vulcanelli
“Certamente andranno prese delle misure prudenziali per evitare che eventi drammatici come quelli di ieri si possano ripetere”