Solo 832 comuni hanno deliberato le aliquote mentre soltanto 514 le hanno pubblicate sul sito del ministero dell’Economia. E’ la Uil a fare il punto sul “caos Tasi” in uno studio del servizio Politiche territoriali coordinato dal segretario confederale, Guglielmo Loy. Il quadro che emerge e’ quello di “un ginepraio di aliquote e detrazioni diverse”: alla fine, infatti, stima il sindacato, si avranno sicuramente 8.092 applicazioni diverse della Tasi ma si rischia di avere oltre 75 mila combinazioni differenti di applicazione dell’imposta. Oltre che aliquote differenziate tra prime case e altri immobili, si deve calcolare anche la variante delle detrazioni, avverte la Uil che calcola come l’impatto medio dell’imposta si aggirera’ sui 240 euro con punte di 468 euro a Torino, 439 a Genova, 430 euro a Milano e 410 euro a Roma. “Basta con il ballo del mattone, ma se il buongiorno si vede dal mattino…”, commenta ironicamente Loy secono il quale la “nuova imposta portera’ delle amare sorprese per gli italiani”.
Un ginepraio, quello della Tasi, di difficile risoluzione se e’ vero, come riporta l’indagine Uil, che a Bologna ci sono 23 detrazioni diverse in base alla rendita catastale dell’immobile, decrescenti con il crescere della rendita: si parte da 175 euro per gli immobili con rendita catastale fino a 327 euro fino ad arrivare a 5 euro per una casa con rendita catastale di 1.637 euro. Non solo. Con la Tasi, la Tari e le addizionali comunali si rischia, dice il sindacatio, di neutralizzare il ”bonus Irpef”, o peggio, come nel caso dei pensionati esclusi dal bonus fiscale, “il rischio e’ di peggiorare ulteriormente la situazione economica, aumentando il carico fiscale complessivo”. Dalle prime proiezioni emerge che su 32 citta’ capoluogo che hanno deliberato la Tasi, nel 37,5% di queste l’imposta e’ piu’ alta dell’Imu pagata nel 2012.
Si tratta di Bergamo (+ 21 euro); Ferrara (+ 60 euro); Genova (+ 67 euro); La Spezia (+ 47 euro); Mantova (+ 89 euro); Milano (+ 64 euro); Palermo (+ 2 euro); Pistoia (+ 75 euro); Sassari (piu’ 40 euro); Savona (+ 28 euro); Siracusa (+ 16 euro). Ad eccezion fatta per Aosta e Pordenone, infatti, tutte le altre citta’ hanno aumentato le aliquote. In media si paghera’, stima ancora la Uil, 240 euro a famiglia, a fronte dei 267 euro pagati nel 2012 con l’Imu ma con punte elevate. In particolare a Torino mediamente la Tasi costera’ 468 euro (rispetto ai 475 euro dell’IMU); a Genova 439 euro (contro i 372 euro dell’IMU); a Milano 430 euro (su 396 euro dell’Imu); a Roma 410 euro (rispetto ai 537 euro dell’Imu); a Ferrara 308 euro (248 euro era il costo dell’Imu; ad Ancona 306 euro (341 euro il costo dell’Imu); a Bologna 301 euro (321 euro il costo dell’Imu); a Cagliari 264 euro (351 euro) ; a Palermo 154 euro (152 euro). “La Tasi penalizza i Comuni virtuosi con l’Imu, cioe’ quei Comuni, piu’ di 5.600 dove risiedono oltre 9 milioni di contribuenti, che avevano scelto l’aliquota base del 4 per mille o come Mantova che aveva scelto un’aliquota minore rispetto a quella base (3 per mille)”, prosegue Loy.