L’agenzia internazionale di rating S&P ha confermato la tripla B alla Regione Campania riconoscendo il trend positivo avviato nell’azione di risanamento nonostante l’attuale organo di governo della Regione Campania ha ereditato, dalle gestioni precedenti, una condizione molto difficile.
Infatti, all’atto dell’insediamento l’indebitamento era di oltre 15 miliardi di Euro e il deficit strutturale era di 1,4 miliardi di Euro (900 milioni per il comparto sanità e 500 milioni dal bilancio ordinario), ciononostante l’impegno profuso dagli organi regionali e dalla struttura burocratica amministrativa della Regione Campania hanno consentito di porre in essere importanti misure (Piano di Stabilizzazione, revisione e ottimizzazione della spesa, riorganizzazione amministrativa della macchina regionale, riorganizzazione e risanamento delle società e degli enti partecipati, ecc.) che si sono dimostrate efficaci per rientrare dal deficit contenendo la spesa e l’indebitamento regionale:
In particolare nel periodo che va dall’1/1/2010 al 31/12/2013, come si evince dai dati contabili:
– la spesa corrente ordinaria è passata da 2.400 milioni di Euro a 1.920 milioni di Euro con un risparmio stabile annuale di 480 milioni di euro (90 milioni sul Personale con una riduzione delle unità in ruolo da 6.437 del 2009 a 5.300 del 2013, 190 milioni per i Trasporti, 60 milioni per l’Ambiente, 100 milioni per Spese di Funzionamento, 40 milioni per le Società Partecipate)
– il disavanzo del comparto Sanità è passato dai 773 milioni di Euro del 2009 ai 65 milioni del 2013 con una variazione in positivo di 608 milioni), mentre l’indebitamento è passato dai 6.077,41 milioni del 2009 a 2.765,28 milioni del 2013, con una riduzione di 3.312,13 milioni di Euro
– A decorrere dal 2010 e al netto del prestito concesso dal MEF la Regione Campania non ha più sottoscritto alcun contratto di mutuo.
Si tratta di una vera e propria inversione di tendenza riconosciuta non solo da S&P ma anche dalla Corte dei Conti nel giudizio di parificazione tuttora in corso.
”La sostanziale tenuta della Campania”. Stefano Caldoro, presidente della Regione Campania, commenta cosi’ la tripla B del rating confermato alla Campania da Standard and Poor’s e dice: ”Il dato essenziale e’ che ci sono miglioramenti, pur in contesto generale, quello italiano, di peggioramento”. Si’, ammette, ”ci sono ancora preoccupazioni” da parte della societa’ di rating, ma ”sono legate, come hanno loro stesso spiegato, alle vecchie pratiche sottostandard”. Tuttavia ”sono sono in miglioramento anche quelle”. A parlare e confortare ”sono i numeri: quelli della sanita’ e, per la prima volta, il chiaro riferimento al debito non sanitario”. Risultati ”ottenuti con olio di gomito, lavorando in silenzio, portando fatti e non parole e chiacchiere come ammortizzatori, senza chiedere leggi speciali ne’ un euro non dovuto al Governo”. ”Nessun aiuto straordinario – afferma – e, vista la situazione nazionale, probabilmente non ce l’avrebbero dato”. ”Abbiamo fatto tutto con le nostre forze, chiedendo monitoraggio e controllo, senza paura di aprire le porte, al Governo con Mef – sottolinea – Abbiamo dato collaborazione fuori da ogni logica di sostegno, tutto quello che abbiamo fatto ce lo ripaghiamo”. Nei dettagli, Caldoro ha spiegato che ”il pezzo importante” dell’analisi di Standard and Poor’s ”sono i 3 miliardi di riduzione del debito verso i fornitori della sanita’ e la riduzione dell’indebitamento complessivo”. Avere liquidita’ ”per noi significa pagare le imprese cosi’ che mantiene i livelli occupazionali, non ha sofferenze, in piu’ il sistema imprese ha liquidita’ anche per le esposizioni bancarie e cosi’ diventa piu’ competitiva”. ”Il rilievo diretto – aggiunge – e’ su cittadini che ne traggono i maggiori vantaggi per quanto riguarda i servizi”. Non nasconde che ”ci sono ancora problemi e tanta strada da fare, ma la Regione recupera terreno, si allinea al rating nazionale e non e’ piu’ una ‘Regione canaglia”’. Cosi’ ”siamo piu’ forti per quello che ci spetta a partire da sanita’ perche’ avere 70 euro in meno pro capite sulla sanita’ e’ ingiusto, un prezzo alto che campani stanno pagando da troppo tempo”. Si diventa anche ”piu’ credibili” per quanto riguarda i fondi strutturali: ”Abbiamo recuperato la capacita’ di cassa, definita dalla societa’ di rating neutra, ma prima era negativa. Ora siamo in procedura di accelerazione delle spesa, con 2 miliardi in over booking”. L’auspicio di Caldoro e’ che nei prossimi mesi ”si possano recuperare quelle previsioni negative sul Sud e quindi sulla Campania sull’ipotesi di crescita, stimante attorno all’1% in Italia e al Sud anche di meno”. ”Speriamo in uno choc forte con l’immissione di liquidita’ – conclude – Basti considerate che solo dal Dl 35 arrivano 3 miliardi di liquidita’ e sono 3 punti di Pil posti si lavoro in piu’, servizi migliori”
Di seguito il documento S&P con la bozza di traduzione.
· La Regione Campania si è espressa all’interno delle previsioni di base-case, ed ha contenuto la spesa sanitaria.
· La Campania continua a ridurre il debito nei confronti dei fornitori del Servizio sanitario, e crediamo che i passati rischi connessi con l’elevato stock di debito commerciale si siano notevolmente ridotti.
· Confermiamo conseguentemente il nostro rating di lungo termine sulla Regione Campania pari a ‘BBB’.
· L’outlook negativo riflette la situazione dell’Italia
Il 24 gennaio 2014, Standard & Poor Ratings Services ha confermato il rating di credito di lungo termine ‘BBB’ della Regione. L’outlook è negativo.
Il rating sulla Campania è dovuto principalmente dal quadro istituzionale nel quale la Campania e tutte le regioni italiane operano, che noi vediamo come “evolving but sound.” (in evoluzione ma buono). Il rating della Campania è dovuto anche al moderato peso del debito per la categoria di rating, per la sua posizione di liquidità neutra, e per delle passività potenziali che consideriamo moderate. Il punteggio è contratto, tuttavia, in virtù di un’economia (della Campania) debole in confronto a quella nazionale, dei deboli risultati di bilancio, di una scarsa flessibilità e una gestione finanziaria che continua, per il momento, ad avere un impatto negativo sul rating, anche se sta migliorando.
La Campania, insieme a tutte le regioni italiane, opera in ciò che a noi appare come sound (rigororso), anche se in continua evoluzione, quadro istituzionale. Dal 2009, le regioni italiane hanno evidenziato il miglioramento delle prestazioni di bilancio, portando a il deficit fiscale a bassi livelli in termini aggregati, e diminuendo il debito complessivo. Durante questo periodo, il governo centrale ha progressivamente istituito rigorose regole di bilancio, il rafforzamento dei controlli sulle principali responsabilità delle regioni, e delle misure di riduzione dei costi a parzialmente compensazione della diminuzione dei trasferimenti erariali. A nostro avviso, il sistema regionale mostra una tendenza complessiva ad abbinare entrate e spese, nonostante i forti sforzi di risanamento fiscale. Inoltre, nel 2013, il governo centrale ha attivato una linea di credito speciale (sulla base del decreto legge n ° 35 dell’8 aprile 2013 [DL35]) che le regioni possono utilizzare per azzerare i debiti pregressi. Noi riteniamo questa linea di credito del governo centrale, come un ulteriore supporto ai governi regionali.
In aggiunta a questo quadro, dal 2011, la gestione della Campania ha affrontato ciò che consideriamo come principale debolezza strutturale della regione – un insieme di pratiche finanziarie di livello scadente che hanno ostacolato i controlli di spesa, indebolito i risultati di bilancio, e gravato la regione di ritardi nel passato. In tale ottica, in Regione Campania la spesa sanitaria dal 2010 è stata posta sotto il controllo e la supervisione da parte del governo centrale. Un approccio più disciplinato verso finanze pubbliche dal 2010-2011 sta producendo risultati tangibili in termini di contrazione dei deficit sanitari e dei termini di pagamento. Inoltre, abbiamo rilevato che la Campania sta estendendo tali riforme ad altre aree del proprio bilancio, compresa la ristrutturazione delle sue entità governative (Gres) (Enti strumentali e società controllate e collegate?) e i termini di pagamento dei debiti arretrati non sanitari.
Riteniamo che le riforme in corso dovrebbero consentire alla Campania il miglioramento progressivo delle pratiche amministrative e contabili. Tuttavia, riteniamo ancora la gestione finanziaria un fattore negativo per il rating in virtù delle passate e radicate pratiche finanziarie sottostandard, per le quali sarà necessario ancora tempo per il completo sradicamento.
La regione sta frenando con successo il disavanzo nel settore sanitario, essendo tale settore la spesa principale e rappresenta circa l’85% del totale delle spese regionali consolidate. Il deficit stimato di assistenza sanitaria nel 2013 (al di sotto di € 71.000.000) è di circa il 14% del deficit sanitario registrato nel 2010. Inoltre, questa massiccia riduzione del disavanzo è avvenuta attraverso forti misure riduzione della spesa, e non grazie a maggiori entrate da parte del governo centrale. Infatti, i provvedimenti nazionali di consolidamento fiscale hanno risotto i ricavi del settore sanitario della Campania nel 2013 di circa l’1%, dopo che erano cresciuti, seppur lentamente, nel 2012.
Cosa molto importante, l’attuale amministrazione sta con successo frenando il livello del debito nei confronti dei fornitori del settore dell’assistenza sanitaria, una delle principali debolezze di credito della Campania finora. Dalla 2011 al 2013, il debito nei confronti dei fornitori del settore dell’assistenza sanitaria è diminuito di € 3,1 miliardi, pari al 55%, dopo tre anni consecutivi di crescita a due cifre nel periodo 2008-2010 e successiva stabilizzazione nel 2011. Si prevede che il debito commerciale continuerà a diminuire, anche se a poco a poco, grazie alle rinegoziazioni che la regione ha avviato nell’aprile 2012 con i fornitori del settore dell’assistenza sanitaria, con un miglioramento progressivo le pratiche contabili nel settore sanitario, e il supporto di liquidità aggiuntiva da parte del governo centrale sulla base del DL35 .
Tutto sommato, il sostegno del governo centrale, unitamente a quella che riteniamo una forte volontà da parte della regione di corretta gestione finanziaria tesa ristabilire le sue finanze, dovrebbe consentire alla regione di estinguere quasi del tutto il proprio deficit sanitario entro il 2015. Partiamo dal presupposto che qualsiasi potenziale ulteriore taglio nel governo centrale nei trasferimenti sanitari sarà abbinato ad ulteriori misure di riduzione dei costi del sistema sanitario.
Siamo consapevoli che la nuova normativa (decreto legge n ° 174 del 1 agosto, 2012 [DL174]) richiede che i conti regionali siano controllati dal corpo di vigilanza italiana (Corte dei Conti) prima di essere pubblicati. Pertanto, al momento non disponiamo dei bilanci consuntivi del 2012. Noi abbiamo basato il nostri calcoli per le metriche e le prestazioni per il periodo 2012-2015 su informazioni non verificate ai sensi del DL174, incluse le relazioni regionali finanziarie per il 2011, i dati aggiornati per le prestazioni di assistenza sanitaria a tutto il 2013 (entrate principali della regione e voci di spesa), e il peso del debito e il livello di liquidità aggiornati al 31 Ottobre 2013.
Sulla base di tali dati, possiamo concludere che la Campania si è comportata in linea con il nostro scenario base, e dovrebbe gradualmente migliorare le sue prestazioni di bilancio durante il nostro orizzonte di previsionale (2013-2015), anche se restano ancora deboli. Le perdite di esercizio annuali stimate durante il periodo 2011-2013 (-8,7% dei ricavi operativi, in media annua), dovrebbero gradualmente ridursi a -3,9% durante il periodo 2014-2015. Per quanto riguarda il deficit al lordo delle spese in conto capitale, gli squilibri annuali stimati durante il periodo 2011-2013 (-9,6% in media annua) dovrebbero ridursi a -4,5% dei ricavi totali in media durante il periodo 2014-2015.
La nostra previsione si basa sui dati regionali, che indicano che i deficit sanitari sono diminuiti in modo sostanziale, e sulle nostre stime sugli investimenti, che rimarranno contenuti, e sui ricavi, che cresceranno lentamente. La Campania, insieme ad altre regioni italiane, continua a godere di una limitata flessibilità delle spese, che viene aggravata da un margine di manovra molto ridotto per regolare ricavi operativi causato della recessione economica.
Si prevede un incremento del peso del debito, alla luce del debito che la Campania contrarrà con il governo centrale per pagare gli i debiti arretrati, come consentito dal DL35. Tuttavia, il debito fiscalmente supportato non dovrebbe superare il 100% dei ricavi operativi consolidati per la fine del 2014, e consideriamo tale livello di indebitamento quale moderato rispetto alla mediana degli emittenti inseriti nella categoria ‘BBB’.
L’economia della regione è fortemente orientata al servizio, ma la sua domanda interna rimane un po’ sottotono. L’economia della Campania risulta ancora in ritardo rispetto alla media nazionale. Il suo PIL pro capite nel 2012 era del 36% al di sotto del dato nazionale, a € 16.369 contro € 25.746 per l’Italia nel 2012. Inoltre vi è una prospettiva di lenta crescita del PIL regionale, fattore di crescita che potrebbe essere leggermente peggiore rispetto alla media nazionale a causa della evidenziata debolezza della domanda interna.
Le passività potenziali della Campania sono ad oggi moderate e sotto controllo, grazie allo stretto controllo che la nuova amministrazione sta esercitando sulle sue Gres (Enti strumentali e società controllate e collegate?). Questa conclusione si basa in parte sulle credibili manovre dell’amministrazione in carica, che anche in questo settore è sostenuto dal governo centrale, tese ad aumentare il controllo sulle Gres, a ridurre il settore GRE, ed a ridurre i debiti verso le società di trasporto.
Valutiamo la liquidità della Campania come “neutrale” e il suo accesso alla liquidità esterna come “soddisfacente”, concordemente alla nostra definizione di questi termini.
La nostra misurazione dell’adjusted free cash per i successivi 12 mesi copre il servizio del debito del 2014 (€ 665.000.000), quasi 1,6 volte. In cima a che:
· La Campania ha una linea di credito € 1.000.000.000 che abbiamo rilevato inutilizzata attualmente.
· Il sostegno alla liquidità del governo centrale attraverso il DL35 dovrebbe continuare a finanziare i deficit di bilancio a livello regionale, e quindi preservare la posizione di liquidità corrente.
· Assistiamo ad una contrazione costante dello stock del debito verso fornitori del settore assistenza sanitaria. E tra marzo 2012 e dicembre 2013, la Campania ha rinegoziato con successo € 2.500.000.000 di debito sanitario.
· Infine, in risposta ai miglioramenti registrati nel settore sanitario, il governo centrale sarà meno incline a ritardare il trasferimento di denaro (come è avvenuto qualche anno fa).
La favorevole posizione di liquidità della Campania, tuttavia, continua ad essere in parte mitigata da ciò che ancora stimiamo come uno stock relativamente alto di debiti, nonostante la riduzione registrata sugli arretrati sanitari 2012 e 2013. Noi basiamo la nostra visione anche sulla volatilità infra-annuale delle consistenze di cassa manifestata in passato, così come sul fatto che non abbiamo la piena visibilità dell’attuale livello dei debiti non sanitari, in particolare fino a quando l’organo di controllo completerà la revisione dei conti regionali e la Regione Campania pubblicherà l’ultimo Conto Consuntivo.
L’outlook negativo sulla Campania rispecchia soprattutto la situazione dell’Italia, ed indica che potremmo abbassare ulteriormente il nostro rating sulla Regione Campania nel caso in cui dovessimo abbassare il nostro rating di lungo termine sull’Italia, a parità di tutte le altre condizioni.
Potremmo rivedere l’outlook sulla Campania in stabile nel caso in cui dovessimo rivedere il nostro outlook sull’Italia in stabile, a parità di tutte le altre condizioni.
Potremmo, tuttavia abbassare il rating sulla Campania nel caso in cui dovessimo rilevare che la liquidità si sia notevolmente deteriorata, per esempio, a seguito di una recrudescenza dei ritardi da parte del governo centrale nel trasferimento di denaro contante, in quanto riteniamo che la regione Campania sia più vulnerabile a tali ritardi rispetto ad altre regioni italiane. Comunque, riteniamo questo scenario improbabile.
fattori di valutazione pubblicati
Sommario della regione campania e fattori di valutazione pubblicati
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