Indagini su altri appalti. L’inchiesta che ha portato a Napoli a 66 arresti per corruzione e turbativa d’asta, per gli intrecci d’affari tra politica e clan, non e’ finita e le forze dell’ordine stanno visionando carte su carte per cercare di comprendere se il ‘sistema’ che fa capo all’ingegnere Guglielmo La Regina sia riuscito a penetrare in altre gare. Si indaga su alcuni appalti ospedalieri vinti a Napoli e anche cantieri gestiti a Roma. Tutto deriva da una intercettazione telefonica del 7 novembre 2014, nella ufficio della Archicons, l’azienda gestita da La Regina. Nella telefonata si parla dell’appalto per il nuovo museo di Alife. Nella azienda sono presenti Antonello Sommese, fratello dell’ex assessore regionale e consigliere Pasquale, entrambi arrestati mercoledi’ come pure La Regina. E’ lui che presenta a Guglielmo La Regina una persona, un amico imprenditore. Ecco uno stralcio della conversazione. Antonello: “Guglielmo, questa e’ la prima volta che vengo qui, vengo qui per presentarti un amico; “No ma lo so, ci siamo conosciuti”, dice l’ingengere. “Eh grosse opere abbiamo fatto qua in Campania, alla Mostra d’Oltremare, la piscina olimpionica”, gli fa eco l’imprenditore. “Ah mi ripeti il nome della tua impresa”, sggiunge La Regina. “Th.. con la H, th, abbiamo fatto l’ospedale Annunziata, abbiamo fatto tutta la parte centrale e alcuni reparti della ospedale San Gennaro, abbiamo fatto a Roma il Bambin Gesu’, abbiamo fatto il deposito atti di Roma Capitale, abbiamo fatto l’ospedale istituto dei tumori di Milano”, la risposta