In Campania cresce la coscienza antiracket e aumenta, da parte delle vittime, la voglia di denunciare i propri aguzzini. Secondo i dati forniti, nel corso di un’iniziativa organizzata dalla Fai (Federazione delle associzioni antiracket e antiusura italiane) a Napoli con la partecipazione del procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, da gennaio scorso ad oggi sono stati 481 gli imputati in processi contro il racket; 37 i procedimenti giudiziari; 172 le parti offese e 47 quelle civili. Numeri significativi anche se analizzati sul lungo periodo: dal 2005 fino a oggi sono stati, nella regione, 224 i procedimenti penali; 2.367 gli imputati di cui 1.113 condannati in primo grado per un totale di 5846,2 anni di reclusione. Le associazioni antiracket aderenti alla Fai si sono costituite parte civile 283 volte, hanno preso parte a 224 processi, tutelando 1.172 le parti offese.
Nel solo 2013 la Fai è stata presente in 32 procedimenti penali costituendosi parte civile 38 volte e ha assistito 125 vittime. A gennaio 2014, la Federazione ha rappresentato 47 parti offese in nove parti civili. In un anno di attività l’ufficio legale della Fai è¨ stato presente in 37 procedimenti penali e ha rappresentato 172 parti offese. Dopo le sei associazioni antiracket costituite nella città di Napoli, dal 2003 al 2006, il movimento antiracket, dal 2007 a oggi, si è¨ allargato con altre sei associazioni nella provincia con la nascita delle sedi di Pomigliano, Ercolano, Torre del Greco, Portici (con due associazioni) e nel quartiere partenopeo Ponticelli. In provincia di Caserta sono nate tre associazioni: a Santa Maria Capua Vetere, Parete-Trentola e Castel Volturno. Particolare impulso ha avuto l’attività processuale nei confronti del clan dei Casalesi, vista la presenza, nel 2013, in dieci procedimenti penali, assistendo 19 parti offese.