“La Campania nonostante la presenza di alcune eccellenze produttive, registra una dinamica di ricchezza prodotta (-0,9% nominale) leggermente migliore di quello meridionale ma inferiore a quella nazionale”. Sono questi i primi dati presentati, presso la Camera di Commercio di Napoli, in occasione dei 50 anni di Unioncamere Campania, del Rapporto sull’economia reale della Campania in termini di produzione, export, commercio, turismo, e previsioni 2015.
Dall’indagine è emerso che la Campania presenta risultati particolarmente preoccupanti sul fronte dell’occupazione nella prima meta’ del 2014 seguito delle dinamiche di Caserta (-7,9%); Benevento (-6,3%) e Avellino (-8,3%). Viceversa a Napoli i posti di lavoro aumentano di 8mila unita’ rispetto alla media 2013. Nell’occupazione regionale le donne sono le piu’ penalizzate; per loro i posti di lavoro occupati sono diminuiti di 25mila unita’ in 6 mesi.
Dramma lavoro giovani
La disoccupazione giovanile (15-24 anni)raggiunge il 58,8%. Per quel che riguarda invece i consumi delle famiglie, nel 2013 il consumo medio in Campania e’ in linea con le altre regioni meridionali, ma inferiore di 462 euro rispetto alla media nazionale. “Dai dati di questa ricerca – ha dichiarato il presidente di Unioncamere Campania Maurizio Maddaloni – emerge un sentimento di cauto ottimismo. Per le piccole e le piccolissime imprese la ripresa e’ ancora lontana ma la riduzione dei fatturati nell’ultimo trimestre 2014 sta realizzandosi con ritmi meno sostenuti rispetto al 2013. Di certo – ha aggiunto – c’e’ una ripresa dell’export, in particolare dell’agroalimentare e del turismo; c’e’ una forte vivacita’ nel settore delle imprese giovanili, nell’e-commerce. E dall’on line all’export il passo e’ breve: l’internazionalizzazione rappresenta uno degli snodi principali delle nostre attivita’ a supporto delle imprese. Inoltre c’e’ il turismo e quindi la capacita’ di rendere competitivo un territorio che ha un altissimo potenziale di attrattivita’ in parte ancora inespresso”.
Industria sempre al palo
Per quanto riguarda le imprese manifatturiere (-1,6% su base annua) e artigianali (-4,8%) calano i livelli di attivita’. Secondo le previsioni formulate dagli imprenditori la dicotomia tra piccole e grandi imprese dovrebbe addirittura ampliarsi nei prossimi mesi, per cui le piccole imprese (meno di 50 addetti) conoscerebbero una contrazione negativa quasi dell’11%, mentre per le imprese medio-grandi ci dovrebbe essere una ripresa stimata intorno al 4,9%.Nel secondo trimestre 2014 si riducono le vendite del commercio al dettaglio (-5,5%). I riferimenti previsionali evidenziano aspettative negative del 22,3% per chi opera nel commercio di prodotti alimentari. Solo per grandi magazzini e supermercati i dati sono positivi: +13,3%. Nel 2013, poi, il numero di attivita’ nate (38.412) superano (+0,2%) quelle che hanno chiuso (37.476); in controtendenza con il dato nazionale (-0,5%). Cresce anche la natalita’ di imprese straniere: +8,9% nel 2013; +4,8% nei primi 6 mesi del 2014.
Credito in ritirata
Dai dati del Rapporto emerge anche che crescono i depositi (+3,2), mentre diminuiscono gli impieghi bancari (-2,1%). Per quel che riguarda invece gli aspetti positivi dell’economia campana si registra una quota di imprese attive nelle vendite on line che raggiunge l’8%. L’internazionalizzazione di pone poi come un importante volano di competitivita’ per le imprese, con l’export cresciuto nel 2013 dell’1,8%, mentre per il 2014 presenta segnali negativi (-0,7%). Il Rapporto infine evidenzia le capacita’ attrattive internazionali della regione sul fronte del turismo: nel 2014 gli arrivi sono stati 4,6 milioni; +6,5% dal 2009. E sul fronte culturale, con la presenza di ben 33mila aziende che operano in questo settore.