di SIMONA D’ALBORA
Anni fa chiesi all’allora presidente della Provincia di Napoli, Amato Lamberti, chi fosse stato il suo ultimo sfidante, lui ci pensò un po’ prima di rispondermi, segno che aveva dovuto sforzare la memoria per ricordare chi aveva battuto per diventare presidente della Provincia. Lo stesso sforzo di memoria che bisogna fare per ricordarsi cosa davvero abbia fatto lo sfidante di Lamberti alla provincia da quando è diventato governatore della Regione Campania. Stefano Caldoro, infatti, negli anni ha quasi sempre mantenuto un profilo basso, profilo basso che comunque non gli ha evitato di vedersi dedicato un libro: L’Invisibile, scritto da Ciro Pellegrino e Giuseppe Manzo, a cura della Round Robinson editrice.
Nel libro, i due giornalisti analizzano l’operato di Caldoro nei cinque anni di presidenza della Regione, partendo dalla sua personalità “invisibile” anche quando la visibilità sarebbe stata necessaria. Cinque anni di fallimenti, a partire dai trasporti, fino ad arrivare alla sanità, dove il presidente ha operato discutibili tagli spacciandoli per risanamento.
“L’invisibile non si manifesta mediaticamente – dichiara Giuseppe Manzo, uno dei due autori del libro – con una sovraesposizione che da sempre contraddistingue i leader politici e le cariche istituzionali. L’invisibile tenta a tutti i costi di far passare sotto silenzio quello che fa o quello che non fa. Cresciuto alla scuola socialista del padre e dei suoi amici, Caldoro ha mantenuto un basso profilo, non è mai stato protagonista di alcuna polemica aspra, non si registra nessuno scontro verbale. Abbiamo registrato 5 anni di gap di informazione proprio grazie al basso profilo mantenuto.”
A maggio i campani saranno chiamati a votare il nuovo presidente della Regione, ritiene che la strategia del silenzio abbia dato i suoi frutti?
“Sicuramente la sua strategia ha prodotto un silenzio da parte di tutti sulla politica fallimentare di questa giunta regionale. Tenendo conto delle due incognite: il dato sull’astensione e le liste nuove che si presentano, a poco meno di 60 giorni dalle prossime elezioni, in questa fase ha sicuramente dalla sua parte un vantaggio sull’avversario dell’altro grande schieramento. De Luca, infatti, deve fare i conti con la zavorra della Legge Severino. E questo vuol dire che Caldoro, nonostante la sua politica fallimentare e l’assenza di esposizione mediatica si gioca fino in fondo la partita delle elezioni.”
Dati alla mano, analizzate le scelte operate da Caldoro per quanto riguarda la Sanità. In questi giorni si registra una presenza più frequente del governatore uscente sui media e un’attività più frenetica nell’impegno dei fondi europei e nel riassetto della sanità, che succede?
“Niente, siamo in campagna elettorale, succede quanto già successo quando la Regione impegnò i fondi della Terra dei Fuochi per una campagna di immagine. Pura propaganda elettorale, fumo negli occhi necessario in questa fase. Dopo aver operato tagli da ragioniere alla sanità con conseguenze drammatiche per i cittadini, dall’aumento dei costi da sostenere alla scelta obbligata per molti di curarsi fuori regione, fino alla mancanza di posti letto o a casi di malasanità, come quello della morte per congelamento di un 34 enne, Caldoro ha messo in campo l’ultimo atto: quello degli annunci.”